Vittoria: rapina al Mps del 2021, individuati gli autori

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Sono stati individuati gli autori della rapina al Monte dei Paschi di Siena consumata a Vittoria il 26 novembre 2021. Si tratta di cinque soggetti di 45, 53, 44, 36 e 32 anni. Tre di loro, vittoriesi, in particolare, hanno precedenti specifici per reati contro il patrimonio ed armi e uno anche per associazione a delinquere di stampo mafioso. Gli altri due, uno di Comiso e uno di Catania, erano invece incensurati.

I cinque sono stati raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Ragusa con l’accusa di avere commesso, in concorso, la rapina alla filiale del Montepaschi di Siena di via Garibaldi. Per tre di loro il Gip ha disposto la custodia cautelare in carcere, per gli altri due (un vittoriese ed un catanese) entrambi incensurati, l’obbligo di firma in Commissariato. Uno dei tre vittoriesi era già in carcere per altri reati; gli altri sono stati invece arrestati dalla Polizia di Stato all’alba di sabato e condotti in carcere a Ragusa in attesa dell’interrogatorio di garanzia previsto tra domani e mercoledì. I tre vittoriesi che si trovano già in cella sono difesi dagli avvocati Santino Garufi, Matteo Anzalone ed Antonia Brancaforte.

Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, erano da poco passate le 14 quando tre persone, che indossavano caschi integrali, mandarono in frantumi con una spranga di ferro il vetro antisfondamento della porta antipanico, si introdussero nella banca e, mentre alcuni tenevano a bada i dipendenti con la minaccia della spranga, uno dei malviventi si diresse dietro il bancone per rubare il denaro. Pochi minuti dopo uscirono da dove erano entrati. Un quarto complice li attendeva fuori e faceva da “palo”. Il bottino fu di circa 70.000 euro. Fin da subito fu chiaro, agli inquirenti, che la rapina fosse stata curata nei dettagli da persone esperte dato che è avvenuta mentre il personale della banca stava per caricare di contati il bancomat. Da qui la scelta di denominare l’operazione “time lock”, ovvero “serratura a tempo”. Secondo quanto accertato nel corso delle indagini, infatti, il catanese era una guardia particolare giurata in servizio presso un ospedale di Catania, conoscitore dei sistemi di sicurezza delle banche che, oltre a fornire le armi e particolari sulla vulnerabilità degli Istituti bancari, aveva ricoperto il ruolo di trade union tra i rapinatori catanesi e il gruppo dei vittoriesi, capitanato da soggetti pluripregiudicati.

Ai cinque si è arrivati  anche grazie alle immagini catturate dalle telecamere di videosorveglianza. Già nelle fasi successive alla rapina i poliziotti erano riusciti ad individuare il “covo” dei rapinatori dove erano stati occultati i mezzi utilizzati per la rapina.