S. Croce, è scontro sull’aumento delle indennità agli amministratori

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Botta e risposta fra Piero Mandarà di Insieme per Santa Croce e il sindaco Peppe Dimartino sull’aumento delle indennità degli amministratori. Per Piero Mandarà si tratta di una scelta “grave e inopportuna”.

“La delibera approvata dalla giunta, che prevede l’aumento delle indennità di sindaco, assessori e presidente del Consiglio- ha aggiunto- è uno schiaffo all’etica pubblica e alla coerenza di certi personaggi. Questi soggetti, che in passato si ergevano a detentori della patente di moralità, sono affogati in un mare di contraddizioni: semplicemente, non sono più credibili. Non contesto la legittimità della delibera- ha precisato- bensì l’opportunità politica di aumentare i compensi degli amministratori fino a oltre mille euro. Perché è quello che avverrà a partire dal prossimo anno”.

“La norma inserita in Finanziaria- ha detto ancora Mandarà – sta creando parecchia confusione e temo che, chi ne uscirà male, alla fine, saranno i bilanci già sofferenti dei comuni”.

“In un periodo di grave crisi economica, dove le famiglie sono sottoposte a un aumento vertiginoso dei prezzi, compreso quello del carburante- ha dichiarato – non sarebbe stato più opportuno destinare il corrispettivo di queste risorse, al sostegno al reddito delle fasce più deboli? Non sarebbe risultata un’azione più aderente al tentativo di cambiare verso e prospettiva? Differentemente da quanto sostenuto dall’amministrazione, inoltre, l’aumento in questione non è un atto dovuto, non è un adeguamento automatico, ma è un atto facoltativo, o ancora meglio discrezionale. Se analizziamo l’operato della Giunta – scrive Mandarà – emerge che alcuni assessorati non abbiano prodotto, dal loro insediamento ad oggi, alcun atto o proposta significativa. Come si giustifica l’aumento dell’indennità rispetto allo scenario desolante dell’azione amministrativa?”.

Secondo le tabelle riassuntive dell’assessorato regionale agli Enti locali citate da Mandarà nel 2024 il sindaco di Santa Croce incasserà 4.140 euro, il vicesindaco 2.270 euro, gli assessori e il presidente del Consiglio 1.863 euro.

“Il gruppo ‘Insieme per Santa Croce’- annuncia Mandarà- presenterà apposita mozione per l’istituzione di un fondo cui devolvere l’aumento delle indennità degli amministratori comunali”.

“La delibera di giunta del 18 agosto- ha replicato il Sindaco, Peppe Dimartino– dà mandato agli uffici di adeguarsi semplicemente alla nuova regola di legge. Di certo, non si può pensare che si faccia il sindaco per soldi, con tutto il rispetto per l’indennità percepita”.

“È chiaro ed evidente- ha detto ancora il primo cittadino- che il polverone alzato da certa opposizione è strumentale e fazioso: per correttezza, sarebbe stato giusto dire che questo provvedimento ha interessato tutti i sindaci d’Italia e non di certo solo quello del Comune di Santa Croce. In maniera particolare, mi riferisco all’intervento di un consigliere di minoranza che da Presidente del Consiglio, nel 2017, ha provveduto ad adeguare la propria indennità, allora di certo senza nessun problema o senza alcuna proposta alternativa nei confronti delle fasce più deboli. Quello stesso consigliere che oggi, stranamente, di tutto questo ne fa una battaglia, o meglio dire l’ennesima sterile polemica”.

“Ancora più paradossale- ha dichiarato ancora- appare l’intervento del Partito Democratico di Santa Croce che forse, volutamente, ignora che questa battaglia sugli aumenti delle indennità è stata portata avanti da sindaci dello stesso partito quali il presidente ANCI Antonio De Caro, sindaco di Bari, ed il presidente Anci Sicilia, Paolo Amenta. Senza contare che anche colleghi sindaci della provincia di Ragusa, sempre appartenenti al Partito Democratico, hanno adottato lo stesso provvedimento. Nonostante l’atteggiamento dell’opposizione continua a non promettere nulla di costruttivo, il mio auspicio rimane quello che si possa raggiungere un più alto dialogo e confronto politico, nel rispetto della città e dei cittadini, mettendo fine a questi comportamenti strumentali e con un unico scopo: denigrare o peggio ancora esporre al pubblico ludibrio l’avversario politico”.