
Giornata drammatica ieri in Sicilia sul fronte degli incendi. Ben 48 roghi hanno interessato l’intero territorio regionale, distruggendo sterpaglie, macchia mediterranea e, in alcuni casi, anche porzioni di bosco, mettendo in pericolo ambienti naturali e zone rurali.
A gestire l’emergenza sono stati i forestali, la Protezione Civile e i Vigili del Fuoco, intervenuti senza sosta per domare le fiamme che si sono sviluppate in diverse province, con particolare intensità nelle aree di Agrigento, Catania, Enna, Messina, Palermo, Siracusa e Ragusa.
Nel dettaglio, in provincia di Agrigento si sono registrati incendi a Racalmuto, Sambuca di Sicilia, Grotte, Raffadali e Campobello di Licata, dove le fiamme hanno aggredito vaste aree di campagna, alimentate dal vento e dalle alte temperature.
Situazione analoga nel catanese, dove sono stati segnalati roghi a Paternò, Caltagirone, nell’area protetta dell’Oasi del Simeto, e nei comuni di Motta Sant’Anastasia, Misterbianco e Santa Maria di Licodia. Le squadre antincendio sono intervenute prontamente per evitare il coinvolgimento di abitazioni e strutture agricole.
Anche l’entroterra ennese ha visto svilupparsi diversi focolai, in particolare nei territori di Aidone, Monte Cittadella e Piazza Armerina, dove la vegetazione secca ha fatto da combustibile naturale per l’avanzata delle fiamme.
Nel siracusano, le squadre di soccorso sono state impegnate a Augusta, Lentini, Melilli e Avola, mentre in provincia di Messina si sono registrati incendi sia nel capoluogo sia nel comune di Torrenova.
A Vittoria, come vi abbiamo raccontato, un incendio ha interessato la Valle dell’Ippari, nell’area sottostante l’ospedale Guzzardi. Le fiamme hanno interessato la zona per quasi 6 ore. Sul posto anche due elicotteri antincendio che hanno operato senza sosta prima di avere ragione delle fiamme (qui i nostri articoli: Alle 17,30 brucia ancora la Valle dell’Ippari; Incendio Valle dell’Ippari a Vittoria: Vigili del Fuoco in azione).
L’allerta resta alta in tutta la regione. La Protezione Civile ha rinnovato l’appello alla cittadinanza a evitare qualsiasi comportamento che possa innescare incendi, come l’accensione di fuochi o l’abbandono di rifiuti infiammabili nelle campagne.
Le alte temperature, i venti caldi e la siccità persistente rappresentano un mix esplosivo che, unito all’azione dolosa o imprudente dell’uomo, può trasformare rapidamente un focolaio in un incendio devastante.