Arrestato il “corsaro” zooerasta delle campagne acatesi

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Aveva creato il panico nelle campagne acatesi dal novembre del 2011, quando aveva dato fuoco ad un impianto serricolo coltivato a pomodori di 3000 mq, in Contrada Dirillo. Nel mese di dicembre 2012, poi, il giorno di Santo Stefano, aveva appiccato il fuoco ad un’azienda agricola in contrada “Pezza di Fico”, distruggendo un deposito in legno e altre due serre coltivate a pomodoro.

Ora il “Country raider” dell’ipparino – così lo hanno soprannominato le forze dell’ordine – è stato fermato dai Carabinieri di Acate: si tratta di un marocchino di 32 anni, irregolare, con precedenti per reati contro il patrimonio e contro la persona.

I due incendi di cui è ritenuto responsabile sono stati appiccati con il semplice uso di un accendino.

 

Nell’abitazione in cui si era accampato, un casolare nelle campagne di Acate, sono stati rinvenuti anche elettrodomestici, attrezzature agricole, indumenti e ancora bombole di gas, televisori, utensili da lavoro e altri oggetti che risultano frutti di alcuni furti in altre tre aziende agricole dell’acatese: erano stati proprio gli imprenditori a sporgere denuncia ai Carabinieri, consegnando loro delle immagini di videosorveglianza interne all’azienda. dalle quali era stato possibile individuare le fattezze fisiche del ladro. Il fermato aveva lavorato alle dipendenze di una di queste aziende agricole, per pochi giorni, ed era stato mandato via a causa del suo scarso rendimento e dell’abuso di alcool.

 

Tra i particolari più raccapriccianti del comportamento dell’uomo, c’è anche l’accusa di aver maltrattato un cane di sesso femminile, all’interno di una delle tre aziende agricole, costringendola a rapporti sessuali.

 

Ora l’uomo si trova nel carcere di Ragusa e dovrà rispondere di ricettazione, violazione di domicilio, danneggiamento seguito da incendio, furto in abitazione, furto in azienda agricola aggravato dalla violenza sulle cose e dalla destrezza, maltrattamento di animali, danneggiamento, con le circostanze aggravanti di avere commesso i fatti mentre si trovava illegalmente sul territorio nazionale.

 

A questo punto non si esclude che il marocchino possa essere responsabile anche di altri furti e di altri incendi che si sono verificati ultimamente nel territorio tra Vittoria e Acate.