Antonello Buscema: “Non mi ricandido e vi spiego il perché”

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Nelle ultime settimane – e in particolar modo nei giorni più faticosi, quelli dell’approvazione del Piano di riequilibrio – il sindaco di Modica non aveva fatto nulla per nascondere di essere molto in dubbio rispetto all’opportunità di una sua ricandidatura. Alla fine Antonello Buscema ha sciolto la riserva: non si candiderà alle prossime elezioni amministrative, lasciando così spazio a energie più fresche e pronte a sostenere altri cinque anni di fatiche finanziarie. Adesso nel Pd e nel centrosinistra si dovrà aprire il confronto per individuare un nuovo candidato.

Noi abbiamo incontrato il sindaco per chiedergli le ragioni della sua scelta e quali indicazioni ha per l’identikit del suo successore.

 

 

Sindaco Buscema, mancano pochi mesi alla fine del suo mandato: che bilancio ne trae? Esperienza più faticosa o più gratificante?

Considerando la situazione drammatica – sotto vari profili – da cui siamo partiti, direi: sia faticosa sia gratificante. Ma sono sereno. In cinque anni abbiamo raggiunto la sostanza degli obiettivi della mia elezione, innanzitutto rispetto al risanamento: non dimentichiamo che nel 2008 Modica rischiava il default. Noi invece, con responsabilità e coraggio, non solo abbiamo tolto la città dal baratro, ma abbiamo anche compiuto la metà del cammino e tracciato – con il Piano di riequilibrio – la strada per i prossimi anni.

Poi, certo, le difficoltà finanziarie dell’ente e la concomitante crisi economica generale ha avuto ripercussioni su tutto e non solo sui pagamenti dei dipendenti, dei fornitori, dei lavoratori della società partecipata, della ditta di nettezza urbana e delle cooperative che a turno quasi quotidianamente “assediano” gli amministratori ed il sindaco in particolare. A tutti costoro è stato difficilissimo far capire come il ritardo nel percepire le spettanze legittimamente maturate   è quasi sempre conseguenza diretta della superficialità e dell’incoscienza con cui in passato tali spettanze sono state illusoriamente  garantite. In queste condizioni, qualsiasi obiettivo amministrativo (da una semplice manutenzione al completamento di un’opera pubblica, dall’organizzazione di un evento culturale ad un intervento nel sociale), richiede un dispendio di energie cento volte superiore a quello che richiederebbe in condizioni normali.  Anche gli interventi sulla macchina amministrativa sono stati piuttosto difficili. Pur avendo un gran numero di dipendenti, manchiamo di figure specifiche. Non è possibile ridurre il personale in esubero ma non si può, di contro, introdurre professionalità esterne per realizzare un effettivo cambio di passo.

Infine, sui risultati, ottenuti in altri settori quali ad esempio quello delle opere pubbliche o del rilancio turistico-culturale, non mi dilungo: basta ricordare la considerazione e l’attenzione che Modica si è guadagnata sui media nazionali, per le sue attività socio-culturali.

 

Ha scelto definitivamente di non ricandidarsi, quindi. Quali sono i motivi di questa decisione?

Premetto: fare il sindaco credo sia l’esperienza più bella che ti possa capitare. E per me lo è stato in modo particolare avendo avuto l’onore di rappresentare una città come Modica. A volte i cittadini sono molto critici e severi con chi li amministra; ma – escludendo oppositori strumentalizzati, demagoghi che affollano qualche blog celandosi spesso dietro l’anonimato e sproloquiando senza conoscere fatti e persone e qualcuno che usa testate locali per sfogare frustrazioni personali, politiche e culturali – tutti hanno verso il sindaco rispetto e stima. Anzi, in molti casi esprimono solidarietà, comprensione e affetto. Un affetto autentico, va detto. Il più bello per me è quello ricevuto dai bambini, posti al centro delle nostre politiche. E poi quello dimostrato da chi si è messo a disposizione, gratuitamente e a diverso titolo (gli assessori, i miei collaboratori, gli esperti, i consulenti, i volontari, gli sponsor).

Tuttavia, nella situazione finanziaria in cui si trovano oggi i Comuni – e il nostro in particolare – amministrare comporta uno stress fisico e psicologico che a lungo andare logora. Basti dire che molti ex sindaci (modicani e non) hanno scelto di non tenere la fascia per dieci anni e, seppur con tempi e motivazioni diverse, hanno lasciato prima. Dopo cinque, se comprendi di non avere le energie sufficienti ad affrontarne altrettanti, per il bene tuo e della città è meglio lasciare spazio ad altri.

 

Ma, date le premesse, come farà a chiedere a qualcun altro di candidarsi?

Mi rendo conto che candidarsi a sindaco di Modica oggi non sia comodo: bisogna sacrificare lavoro, affetti, tempo, salute e soldi persino. In cambio: ci si assume responsabilità enormi, anche dal punto di vista patrimoniale, e si è fortemente esposti a critiche quotidiane, quando non addirittura associati alla mala politica. Però, aggiungo che la città non può essere lasciata nelle mani di chiunque: credo che le persone più valide non possano tirarsi indietro. Per senso di responsabilità civica e anche, per chi è credente, per rendere un servizio pieno alla propria comunità.

 

Ha già un identikit della persona più adeguata a succederle?

Mi pare che Modica possa esprimere risorse altre rispetto alle candidature di cui oggi si parla, per lo più autocandidature non sempre supportate  da aggregazioni politiche che esprimano una  progettualità credibile e partecipata.

Penso che il Pd saprà individuare una figura adeguata, interna o esterna al partito, ricorrendo anche alle primarie ed estendendole al centrosinistra. Ovviamente io mi auguro che la nostra coalizione vinca le elezioni e continui a governare, ma vorrei augurarmi che anche il centrodestra si dimostrasse all’altezza di mettere in campo persone di livello. Mi permetto di suggerire che il prossimo sindaco sia una persona capace non solo dal punto di vista politico, tecnico e amministrativo, ma abbia anche spalle larghe e sia ben sostenuto politicamente. Diversamente, non durerà a lungo.

 

A proposito di coalizioni che tengono, quella con l’MpA non è finita bene…

La coalizione con l’MpA ha sostanzialmente tenuto rispettando l’impegno preso con gli elettori, tant’è che è durata  4 anni e mezzo e solo al termine del mandato  è venuta meno e  non per contrasti interni  alla giunta  ma sol perché l’MpA ha perso via via la bussola  e infine si è di fatto disciolto. Vero, a volte quest’alleanza è stata un vincolo: in alcuni casi avremmo fatto scelte diverse o coinvolto uomini diversi, ma è grazie a questa coalizione che abbiamo goduto dei numeri per rendere esecutive le scelte amministrative e per sostenerle politicamente  all’interno della palazzo e fra la gente!  Peraltro gli uomini che ci sono stati, si sono dimostrati per lo più onesti e leali nei confronti miei e della città. E su tutti vorrei ricordare il compianto Paolo Garofalo.

 

Quindi adesso pensa che si possa ricreare una coalizione di centrosinistra?

Sì. Ma credo anche che il centrosinistra debba ricevere uno sprone dall’esperienza di questi anni per vincere certe resistenze al cambiamento. In generale, questa città sembra sostanzialmente conservatrice. Ma è solo perché quando si cerca di cambiare qualcosa ci sono sempre alcuni oppositori che fanno molto più rumore della maggioranza favorevole. E poi le forze riformiste dovrebbero aggiornare la loro interpretazione di alcuni temi. Ad esempio quello del rapporto tra pubblico e privato, che non è una minaccia, ma un’opportunità. Ovviamente a condizione che il pubblico sia onesto, al riparo da conflitti d’interesse e riesca a imporre le proprie regole (come nel caso del nostro Cimitero).

 

Dato che rinuncia a candidarsi, cosa farà dopo?

Non ho mai concepito la politica come una professione: non è necessario, finita un’esperienza, andare subito a farne un’altra. Ritengo che continuerò da cittadino e da militante a lavorare per il mio partito e per la città. Se potrò essere utile in altri incarichi, lo valuterò. Ma nell’immediato ammetto che non mi dispiace l’idea di un periodo sabbatico!