Sopralluoghi nelle aziende agricole che inquinavano l’acqua

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Cinque sopralluoghi in altrettante aziende colpite dal provvedimento di sequestro disposto dal Procuratore Capo della Repubblica di Ragusa, Carmelo Petralia e convalidato dal Gip del Tribunale ibleo, sono stati compiuti in giornata dal pool di lavoro che sta affrontando la vicenda dell’inquinamento idrico nel capoluogo. 
Le aziende in questione ricadono nella zona di ricarica delle sorgenti Oro e Misericordia. 
Presenti i veterinari, i funzionari del settore Ambiente della Provincia regionale, i carabinieri del Nucleo Antisofisticazione, l’Arpa, i funzionari del Comune e in alcuni sopralluoghi è stata presente anche il Commissario straordinario di Palazzo dell’Aquila, Margherita Rizza, per rendersi meglio conto della situazione, non certo rosea.
 L’obiettivo dei sopralluoghi è quello di dar seguito ai sequestri operati, indicando quali parametri devono essere rispettati a fronte delle palesi violazioni al decreto Ronchi, che hanno fatto scattare i provvedimenti di sequestro. Si parla per esempio di come devono essere realizzate le concimaie, piuttosto che la gestione del bestiame e lo smaltimento dei liquami. Dai sopralluoghi effettuati dal pool di lavoro, istituito su richiesta del Procuratore Petralia, dovranno scaturire delle valutazioni su misura, ossia per ciascuna delle cinque aziende oggetto di verifica. Ogni componente del pool di lavoro, rispetto le proprie competenze, dovrà redigere una valutazione dello status quo e prospettare quali interventi porre in essere in ciascuna delle cinque aziende. 
Al termine di questo lavoro, verranno trasmesse al Procuratore cinque relazioni complessive e soltanto dopo si valuterà quale disposizione dovrà essere assunta. I singoli provvedimenti, infatti, potranno essere di competenza dell’organo amministrativo o dell’organo giudiziario. Certo è che la situazione inquinamento idrico non è di così semplice risoluzione e i margini di intervento non sono affatto immediati.