Chirurgo accusato di omicidio colposo, prima udienza al Tribunale di Modica

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Mai sottovalutare i pareri dei colleghi. “Gravi omissioni di controlli e nello svolgimento di accertamenti elementari da parte dell’imputato hanno causato la morte del paziente. Sarebbe, infatti, bastata una tac all’addome e la vittima avrebbe avuto la vita salva. Competente e preparato, invece, il medico di turno del pronto soccorso (il dottor Aldo Polara n.d.r.) che dopo il primo intervento d’urgenza correttamente dispose la visita specialistica e il ricovero in ospedale.” Questo, in sintesi, il contenuto della relazione del collegio peritale esposta ieri in aula dal professore Gastone Verù, uno dei tre specialisti provenienti da Bologna, Catania e Siracusa. Prima udienza del processo davanti al giudice penale Antongiulio Maggiore e al vice procuratore onorario Veronica Di Grandi (nella foto) che vede alla sbarra il medico Luigi Conti, in forza al reparto di chirurgia generale del Maggiore di Modica, accusato di omicidio colposo. I fatti dei quali l’imputato deve rispondere, stante l’accusa, accadevano nel giugno del 2010 allorquando al pronto soccorso del nosocomio giungeva il dottor Aulo Gellio Cento accompagnato dalla moglie medico A.R.M. . All’uomo, evidentemente, erano sorte della complicanze in seguito all’intervento di poliposi rettale eseguito qualche giorno prima da un medico presso il Garibaldi di Catania. Visitato dal medico di turno Aldo Polara, questi disponeva una immediata visita specialistica a cura, appunto, del collega Conti che, però, anziché ricoverare il paziente lo rimandava a casa prescrivendogli solo delle pillole perché sosteneva che si trattasse di un malessere passeggero. Tutto ciò nonostante la moglie del Cento, un medico di base con studio a Scicli, lo pregasse di ricoverarlo perché convinta che la situazione fosse davvero grave. Il marito, infatti, non solo era preda di violenti dolori ma aveva perso anche il senso dell’orientamento. Come temuto dalla donna, subito dopo il marito moriva di setticemia a causa della perforazione dell’intestino. I familiari della vittima, moglie e figlio, si sono costituiti in giudizio rappresentati dall’avvocato Francesco Ricotti. Entrambi saranno ascoltati nel corso della prossima udienza.