Gurrieri scrive ai Ministri dell’Interno e dell’Istruzione sulla vicenda Nobile

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“Quanto accaduto – si legge nella nota di Gurrieri – con il suo doloroso epilogo, ha messo a durissima prova i principi e la capacità di resistenza dell’intera città e, al suo interno, della comunità scolastica, ponendo, oltre ad un’irrinunciabile richiesta di giustizia, anche un’esigenza di sicurezza in ogni contesto similare, che le autorità pubbliche potranno innanzitutto assecondare fornendo risposte precise alle tante domande dei cittadini, e soprattutto dei familiari degli studenti che frequentano le nostre scuole: sulla base di quali motivazioni gli organi periferici del Ministero dell’Interno abbiano rilasciato (e per decenni rinnovato) a un bidello il porto o la detenzione di un’arma da fuoco; quanti altri collaboratori e operatori e dipendenti pubblici siano allo stato dotati delle medesime autorizzazioni anche quando non sussistano ragionevoli necessità di difesa personale e quali cautele l’amministrazione degli Interni intende apprestare per impedire l’ingresso di persone armate, siano essi dipendenti o visitatori occasionali, in luoghi, come le scuole, frequentati da migliaia di minori; nel caso specifico, occorre rapidamente accertare se l’omicida portasse abitualmente l’arma a scuola e addirittura la mostrasse in pubblico; se qualcuno sia stato a conoscenza che un operatore scolastico si recasse a scuola con un’arma e se tali eventuali circostanze siano state segnalate alle autorità scolastiche o di Ps. Occorre anche sapere se, a fronte della eventuale conoscenza delle minacce e degli episodi di stalking di cui hanno riferito i familiari della povera professoressa Giovanna Nobile, siano stati promossi o assunti provvedimenti disciplinari a carico dell’omicida, e quali ne siano stati gli esiti; ed ancora, quale sia stato il tenore dei giudizi medici espressi su di lui negli ultimi anni dal medico competente, e come sia stato motivato un eventuale giudizio discrezionale, da parte degli organi apicali dell’amministrazione scolastica regionale, atto a consentire a una persona di questo genere di permanere in servizio fino ai 69 anni. In settimana, segnaleremo alla Procura queste particolari esigenze di una comunità intera, e chiederemo al ministro dell’Istruzione, che ha dato dimostrazione di grande sensibilità esprimendo al sindaco i sensi di una particolare vicinanza alla nostra città, e al Ministro dell’Interno, di valutare l’apertura di accertamenti amministrativi e di studiare ogni possibile misura per rispondere alla domanda di sicurezza che un episodio tanto tragico ha suscitato tra i cittadini”.