Tre nuovi sindaci nel segno della discontinuità

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A Ragusa, Modica e Comiso si sono insediati i nuovi sindaci: Federico Piccitto, Movimento 5 Stelle, nel capoluogo; Ignazio Abbate, liste civiche e Udc, nella città della Contea; Filippo Spataro, Pd, Udc e liste civiche nel comune casmeneo. Tre primi cittadini che hanno segnato la discontinuità rispetto alle amministrazioni precedenti, smentendo una regola non scritta: chi scende in campo supportato da una maggioranza che ha governato ha, quasi sempre, la meglio. Stavolta non è stato così. Il ribaltone più clamoroso si è verificato a Ragusa che è diventata la testa di ponte dei “Grillini” in Sicilia, una sorta di “Operazione Husky” di sapore, ovviamente, politico che, per come si è concretizzata, potrebbe riportare alla memoria lo sbarco degli Alleati sulle coste della Sicilia sud orientale tra il 9 e il 10 luglio del 1943. Senza, naturalmente, spargimento di sangue. Ora spetterà a Piccitto il ruolo del “liberatore” della comunità ragusana che si aspetta molto dal suo “boy”.
A Modica, ha stravinto Ignazio Abbate e il suo successo è stato accolto da un tifo da stadio. Giovanni Giurdanella, ex assessore dell’amministrazione Buscema, al ballottaggio non è riuscito a sovvertire il trend del primo turno. Gli elettori hanno premiato Ignazio Abbate che ha avuto il merito di avere rispolverato un modo di fare politica all’insegna del contatto continuo con la gente, battendo il territorio in lungo e in largo, partendo da Frigintini, zoccolo duro del suo consenso, stringendo mani e promettendo impegno per la città. Ora, con il bilancio nella morsa della Corte dei conti – ma, anche, con qualche debito in meno rispetto all’emergenza precedente – Ignazio Abbate dovrà far lavorare sodo la sua truppa e il suo mentore, Orazio Ragusa. Il parlamentare regionale ha dichiarato che sarà vicino ad Abbate e alla città. Le promesse degli onorevoli vanno sempre prese con il beneficio dell’inventario. Modica, in questi ultimi tempi, non sembra godere di grande considerazione e perde, purtroppo, importanti pezzi della sua storia. E’ lecito attendersi una inversione di tendenza?
A Comiso, infine, Filippo Spataro riporta in auge il Partito Democratico. Il sindaco uscente, Giuseppe Alfano, deve farsi da parte malgrado, nel rush finale della campagna elettorale, abbia cercato di recuperare consensi anche con l’apertura dell’aeroporto. Non è bastato. Sulla sua sconfitta hanno di certo influito le difficoltà economiche del Comune e il dissesto finanziario dichiarato dall’ente locale. A Spataro il compito di far “decollare” la città e, soprattutto, di trasformare l’aeroporto in una occasione di sviluppo per Comiso e per l’intera provincia puntando sul turismo e rivalutando quel settore dell’economia locale che, in agricoltura, si chiama “oro verde”. Non si era forse detto che, con l’aeroporto, l’ortofrutta dell’Ipparino sarebbe partita ogni mattina verso i mercati del Nord? E, allora, proviamo a mettere in pratica le buone intenzioni.