I primi giorni di Abbate sindaco: “Ho dimostrato cos’è la politica del fare”

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Sono passati esattamente quindici giorni dalla sua elezione. Sono già arrivate le prime decisioni “pesanti” e le prime critiche. Ignazio Abbate ha cominciato ad incontrare persone su persone, centinaia, forse già migliaia di cittadini che inoltrano le loro richieste e le loro lamentele al neo sindaco di Modica. E’ la politica della gente di Abbate che prende forma giorno dopo giorno. 55 mila collaboratori li chiama il primo cittadino che vuole l’aiuto e il supporto di tutti i suoi concittadini per migliorare Modica. Come nel caso della pulizia straordinaria di Marina di Modica e Maganuco quando insieme agli operai del comune scesero in strada per pulire anche alcuni amministratori e semplici cittadini. Una scelta che provocò la protesta di due ex amministratori di Palazzo San Domenico, Tato Cavallino e Giovanni Spadaro, che lamentarono i mezzi ed i modi poco ortodossi, per usare un eufemismo, usati dal sindaco. “Io sono per la politica del fare – sottolinea Abbate – e non mi interessa rispondere alle polemiche suscitate da chi doveva pensare a realizzare gli stessi interventi ben prima del mio insediamento. Anzi già da ora annuncio che non mi fermerò ma andrò avanti anche con gli altri quartieri. A cominciare da Modica Alta dove interverremo già la prossima settimana. Restituiremo agli antichi splendori un quartiere troppo spesso dimenticato che racchiude perle di autentica bellezza ed importanza culturale. Come il vecchio serbatoio che negli ultimi anni è stato abbandonato ed utilizzato solo per attaccare manifesti. Lo faremo diventare un nuovo punto d’attrazione per la città e per i turisti. E nei prossimi giorni interverremo sulla Via Aldo Moro, arteria troppo pericolosa e dissestata per perdere altro tempo”. Dunque, con buona pace di tutti, Abbate continuerà su questa strada. E’ forse questo il suo segreto, quello che gli ha permesso di diventare sindaco contro ogni pronostico? “Io lavoro per la gente, sono nella mia stanza tutto il giorno. Non torno a casa neanche per mangiare. La mia porta è sempre aperta e pronta ad accogliere ogni cittadino che vuole farsi sentire. Dovete sapere che per i tanto contestati lavori nelle frazioni balneari ho ricevuto tantissime telefonate di amici e cittadini mettevano a disposizione il loro tempo libero per sentirsi utili alla causa comune. Queste sono le cose che mi danno di più la carica per andare avanti”. “Dobbiamo dimenticarci la figura dell’amministratore in giacca e cravatta che sta seduto dietro la sua comoda scrivania. L’amministratore deve sporcarsi le mani. Scendere in strada e dare il suo contributo quando è necessario. Questo farà storcere il naso a qualcuno ma voglio ripetere che noi agiamo con le stesse risorse e gli stessi uomini che c’erano anche prima del mio arrivo. Se fra 30 giorni i cittadini noteranno che qualcosa è cambiato trarranno le loro conseguenze”.
Capitolo bilancio. Quello approvato sulla sirena del 31 dicembre scorso, il famoso piano di rientro del debito che ha salvato la città dal dissesto,  ha bisogno di essere integrato con i 40 milioni ricevuti dalla cassa Depositi e Prestiti per saldare i debiti con i fornitori del comune in attesa dei loro soldi da anni. Il consiglio deve approvare la modifica entro il prossimo 14 luglio. I tempi sono dunque strettissimi tanto che il consigliere d’opposizione Vito D’Antona ha sollevato nuovamente il fantasma del dissesto. “Come dicevo prima non voglio fare polemiche – dice Abbate – ma sinceramente trovo scandaloso che a sollevare queste obiezioni sia un consigliere dell’amministrazione uscente. Cosa hanno fatto loro dal 31 dicembre all’inizio del mese di giugno? Non sapevano dell’arrivo del prestito? Il consiglio si riunirà, secondo termini di legge, nella prima data utile del 12 luglio. Ci saranno quindi solo 24 ore per discutere e approvare la variazione. Faremo gli straordinari e passeremo anche questa”.