Caso Grassiccia. Abbate rompe il silenzio e chiede scusa

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Il sindaco di Modica Ignazio Abbate ha incontrato i 18 consiglieri di maggioranza dopo la vicenda apparsa sulla stampa in merito alle dichiarazioni del consigliere comunale Giuseppe Grassiccia della lista “Fare Modica” nei confronti della Ministra Cecile Kyenge.

“Sono molto dispiaciuto per quanto accaduto – ha detto il primo cittadino – Conosco personalmente il consigliere Grassiccia e conosco anche il suo impegno per la comunità. Ho richiamato i 18 esponenti del civico consesso alla sobrietà della comunicazione. Considero la vicenda frutto di errore di superficialità. Chiedo scusa a tutta la collettività modicana”.

 

Sul caso è intervenuto anche il Presidente del Consiglio comunale Roberto Garaffa: “Le riflessioni del consigliere Giuseppe Grassiccia sul Ministro Cècile Kyenge non potevano non creare un caso mediatico sulla scorta delle ultime gravi vicende che hanno caratterizzato la stampa nazionale ed internazionale sulla gravi affermazioni rivolte dall’on. Calderoli nei confronti del Ministro congolese.

Non c’è dubbio che il consigliere Grassiccia non avendo piena e convinta coscienza del ruolo detenuto ha commesso un errore gravissimo che ha leso il buon nome della Città e le sue antiche tradizioni di solidarietà e tolleranza.

Ma va anche valutata, dopo avere avuto ieri una densa interlocuzione con l’interessato, la rivisitazione delle sue affermazioni che non intendevano offendere il Ministro Kyenge la cui opera è sicuramente lodevole per impegno e abnegazione nell’affrontare e risolvere le questioni legate all’immigrazione e al riconoscimento di diritti elementari come lo “ius soli”.

Inoltre, la presenza del Ministro Kyenge testimonia la sensibilità del governo e di tutti gli italiani verso la cultura dell’integrazione, caposaldo di una società moderna, democratica, solidale e scevra da condizionamenti di tipo raziali o di altra natura.

Pertanto, rivolgo le mie più sentite scuse al Ministro, a nome mio e del consiglio comunale che rappresento, nell’auspicio che simili incidenti non debbano più a verificarsi“.