Piscina Terranova, il sindaco chiede alla Regione la restituzione del bene e l’indennizzo dei danni

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Il sindaco, Giuseppe Nicosia, ha inviato alla Regione una lettera con cui chiede formalmente la restituzione al Comune della Piscina Terranova e l’indennizzo dei danni subiti dalla struttura.

“Facendo seguito – si legge nella missiva – alle note pregresse del 14.1.2013 e dell’1.2.2013, e  alla nota del 14.1.2013 nella quale sono stati evidenziati sia i danni arrecati alla struttura che le motivazioni, e facendo seguito alla riunione della giunta regionale svoltasi a Vittoria il 22 luglio scorso, alla presenza dell’assessore Vancheri e del presidente Crocetta, nella qual sede il presidente si è espresso per la restituzione della piscina e per il riconoscimento di un indennizzo in favore del comune di Vittoria per coprire i danni arrecati al bene; considerato che oggi abbiamo un governo regionale nel quale crediamo fortemente e che segna una netta differenza con quello passato, che non riuscì a dare risposta alcuna su una vicenda che sembrava invece di facile soluzione, mi permetto di riassumere sinteticamente la questione, esprimendo tutta la mia fiducia nella soluzione che il Presidente, l’assessore Vancheri e il governo regionale sapranno adottare. In virtù dell’art. 3 della convenzione, il diritto di superficie dei locali della piscina, alla scadenza della concessione – della durata di 35 anni a decorrere dal 1985, o in caso di scioglimento anticipato della cooperativa – ritorna al comune di Vittoria. Con il decreto del 28 novembre 2007 firmato dall’assessore regionale alla Cooperazione, che ne ha disposto la liquidazione, si è verificato il caso di scioglimento anticipato della cooperativa. Nonostante l’interesse mostrato dal comune di Vittoria ad acquisire la struttura e a formalizzare accordi circa il valore residuo da attribuire alla stessa, onde ottenerne la piena disponibilità, la liquidazione non solo non ha proceduto a quanto previsto dall’art. 3, ma si è immotivatamente rifiutata di accogliere le offerte di questo Ente o altre valutazioni dell’immobile, avviando gli atti per la vendita di un immobile che è di proprietà del Comune, il cui esito infruttuoso era anche prevedibile. Nelle more della liquidazione la piscina, da struttura che ospitava centinaia di utenti, centri giovanili, un bar, una palestra, una scuola di ballo, nonché attività di solidarietà sociale, il tutto perfettamente funzionante e fruito dalla collettività, si è ridotta a un rudere, non essendosi mai proceduto ad alcuna manutenzione ordinaria o straordinaria, né provveduto ad alcun onere derivante dalla custodia del bene, fino al punto da portarla alla chiusura e, ad oltre un anno dalla stessa, a uno stato di abbandono che ne ha azzerato il valore. Nonostante i gravi danni derivanti dalla cattiva gestione che ha evidentemente portato all’inattività di quella che è una struttura pubblica, ridotta a bene di nessun valore, danneggiando gli interessi sia della liquidazione che del proprietario finale, cioè il comune di Vittoria, resta ancora la possibilità di salvare le vasche che, in caso di ulteriore fermo, rischiano di diventare inutilizzabili per la perdita di impermeabilità, e una buona parte delle strutture, con un massiccio intervento di ristrutturazione – sicuramente pari o maggiore al residuo valore del bene – che la liquidazione ha dimostrato di non volere neanche programmare, creando un danno all’erario e al Comune. Per quanto sopra esposto, appare evidente che il valore residuo rivendicato dal liquidatore, proprio per i danni subiti dalla struttura, non esiste più, e anzi, la stima dei danni supera oggi di gran lunga il valore residuo del bene. Inoltre, se è vero che il commissario liquidatore non ha voluto cedere la proprietà della struttura al comune di Vittoria per un valore stimato dal Comune in € 507.492,65, avendolo il perito del liquidatore valutato in € 1.577.138,40, appare evidente il danno che la liquidazione ha arrecato sia ai creditori della cooperativa sia al comune di Vittoria. La liquidazione ha infatti fatto deperire un bene che avrebbe potuto fruttare alla massa dei creditori la suddivisione quantomeno della somma di 507.000 euro che il Comune intendeva versare; viceversa, se si ritiene preferibile e veritiera la valutazione propugnata dalla liquidazione, si è creato un danno da perdita di valore dell’immobile corrispondente a 1.577.000 euro, nei confronti del Comune ed Ente proprietario e comunque della probabilità di realizzo quantomeno di una parte nei confronti del comitato dei creditori. A tutto ciò si aggiunga che, per quanto relazionato dalla stessa liquidazione con nota del 23.1.2013, anche codesto Dipartimento è stato messo a conoscenza del pessimo operato della liquidazione, in quanto nella predetta nota è stata riepilogata tutta la vicenda, ivi compresi il non voler cedere il bene per € 507.492,65 perché valutato dalla liquidazione in € 1.577.138,40, il tentativo di vendita all’asta e la dismissione dello stesso per non aver provveduto, la liquidazione, alla sostituzione di una caldaia di appena settantamila euro, e quindi l’ammissione di aver arrecato un danno al comune di Vittoria, chiamando in corresponsabilità codesto Assessorato. L’ultima nota della liquidatrice sembra infatti, piuttosto che una giustificazione del proprio operato, una chiamata in correità nei confronti dell’Assessorato regionale. L’elenco delle diverse note e relazioni inviate dalla liquidazione all’Assessorato di vigilanza è così reiterato e diffuso da far ritenere che l’operato illegittimo e dannoso della liquidatrice sia stato ampiamente avallato, se non coperto, dagli uffici ai quali la stessa relazionava. Si rende pertanto doverosa una, sia pur tardiva, autorevole presa di posizione, e di distanza da parte dell’Assessorato, onde non ritenere lo stesso ancora consenziente alla dissennata gestione ed omessa custodia del bene e quindi corresponsabile di tutti i danni allo esso arrecati, così come quelli arrecati alla massa dei creditori e al Comune di Vittoria. Oggi la struttura presenta un danno stimato in oltre un milione di euro, come valutato nella relazione inviata in allegato alla nota del 1.2.2013. Appare evidente, quindi, non solo il danno arrecato ai creditori della cooperativa, non avendo il liquidatore accettato la prima offerta avanzata dal Comune di Vittoria, ma oggi un ulteriore danno a questo Comune con la progressiva distruzione di un bene che già da tempo avrebbe dovuto essere trasferito nella disponibilità dell’Ente. Per quanto sopra, per l’ultima volta, si reiteral’invito alle SS.LL. Ill.me ad attivarsi affinché la Piscina Terranova venga restituita al comune di Vittoria nelle stesse condizioni in cui era quando è subentrata la gestione liquidatoria; in subordine, si chiede la restituzione del bene e un contestuale finanziamento regionale congruo finalizzato al recupero della struttura dai danni causati dalla cattiva gestione commissariale. In caso contrario e in difetto di riscontro, la presente ha valore di diffida prima di adire le vie giudiziarie per eventuale risarcimento oneroso da parte della Regione nei confronti di questo Ente per la perdita di un bene che la gestione liquidatoria, per conto della Regione Siciliana, ha stimato in € 1.577.138,40.