Ammatuna: “Accoglienti sì, ma non fessi”

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“Ospitali, accoglienti e disponibili certamente si, ma non fessi”. Sono le parole del sindaco di Pozzallo, Luigi Ammatuna, rispetto a ciò che sta accadendo in città con i continui arrivi degli immigrati e relativamente ai loro atteggiamenti spesso “al limite”. “La struttura non può ospitare 400 immigrati, ovvero quanti ce ne sono con l’arrivo dei 95 di questa notte – denuncia il primo cittadino -. C’è un fortissimo stato di disagio dei volontari, della Protezione Civile, delle forze dell’ordine e, ovviamente, anche degli stessi migranti”. Lo sfogo del sindaco di Pozzallo, raccolto ai microfoni dell’AGI, contiene un appello al Ministro. “Siamo totalmente dimenticati dalle autorità. Ogni giorno sentiamo parlare di Lampedusa, i riflettori sono accesi sempre lì, ma realtà come Pozzallo o Portopalo, che sono i nuovi approdi, hanno bisogno di essere attenzionate. Invito il Ministro – sottolinea Ammatuna – a venire di persona, per rendersi conto di ciò che accade. Il comune di Pozzallo vanta un credito di oltre 650 mila euro con lo Stato, eppure continuiamo ad anticipare soldi per i pasti e per gli indumenti di chi arriva qui da noi”. Parole dure del sindaco per alcuni atteggiamenti poco “civili” degli ospiti del CPA. “È giusto che escano durante il giorno dal centro, non sono e non devono sentirsi in carcere. Però – denuncia il primo cittadino – la gente di Pozzallo, da sempre immensamente ospitale, è molto stanca. In questi giorni sta accadendo di tutto, tafferugli fra loro, atti osceni in città, entrano nei bar e non pagano, chiedono continuamente soldi ai cittadini. Siamo davvero stanchi. Si debbono criticare questi gesti e denunciare, noi li accogliamo civilmente, ma loro devono comportarsi in modo adeguato”. Al sindaco, in conclusione, piace ricordare ciò che stanno facendo i pozzallesi per chi, come i 400 ospiti, arriva in città. “Li portiamo a Messa ogni domenica, li aiutiamo, cerchiamo di fare a gara, per non farli sentire ospiti; li offriamo persino le sigarette. A tutto c’è un limite – conclude -, siamo al collasso in tutti i sensi. E da Roma, appunto, nessuno si accorge di noi. Questa situazione, così com’è, non può continuare”.