Arrestati due scafisti responsabili della morte di due migranti

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Gli agenti della Squadra Mobile di Ragusa hanno arrestato Ayoudi Hamada, libanese di 23 anni, pregiudicato per diversi reati commessi in Italia, già arrestato dalla Polizia di Stato nel 2011 per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, e Ahmed Mokhar Mouhamed, egiziano di 24 anni.
I due sono gravemente indiziati per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per la morte di due uomini lasciati cadere in mare senza poi soccorrerli. Con l’aggravante di aver messo in serio pericolo la vita dei 110 migranti, trasportati su un gommone in pessime condizioni e rimasto, peraltro, in avaria in mare aperto.
Il risultato positivo ottenuto con l’operazione, è il frutto di una coordinata attività info–investigativa della Polizia di Stato, nel particolare di tutti gli uomini appartenenti alla sezione specializzata “criminalità extracomunitaria” della Squadra Mobile di Ragusa e di personale dell’Ufficio Immigrazione, dedicato ai servizi di supporto agli sbarchi.
In particolare, intorno alle  5 del mattino di mercoledì 8 agosto scorso, in seguito alla segnalazione di un gommone con il motore in avaria, sono stati attivati subito i soccorsi in acque internazionali. Il giorno dopo, intorno alle ore 01.35 il personale operante interveniva a largo delle coste iblee dove era stata avvistata un’imbarcazione con a bordo immigrati clandestini soccorsi da una nave mercantile battente bandiera libanese.
Nella circostanza, il mercantile aveva prestato soccorso a largo delle coste della Provincia di Ragusa ai 110 migranti stipati sin dalla partenza dalla Libia a bordo del gommone in pessime condizioni lungo 13 metri.
L’equipaggio del mercantile, una volta fatto ingresso al Porto di Pozzallo (RG), faceva scendere i migranti subito soccorsi, rifocillati e allocati presso il C.P.A.  
Dalle procedure di identificazione e foto segnalamento da parte del personale della Polizia Scientifica e dal riscontro in banca dati sui rilievi dattiloscopici degli extracomunitari, emergevano sin da subito alcuni elementi investigativi di rilevante interesse nei confronti di Ayoudi Hamada.
Di conseguenza i due extracomunitari, poche ore dopo l’identificazione, venivano condotti presso il C.I.E. di Caltanissetta, mentre gli altri sbarcati rimanevano presso il C.P.A. di Pozzallo in quanto avanzavano richiesta di asilo politico.
Sin dai primi momenti dello sbarco, gli investigatori della Polizia di Stato di Ragusa hanno attivato le indagini per risalire agli scafisti. I sospetti ricadevano subito sugli arrestati, ma inizialmente da parte delle vittime di questi aguzzini non vi era collaborazione per la troppa paura; i migranti avevano infatti ricevuto minacce di morte durante la traversata e all’interno dello stesso centro, dai due criminali se avessero parlato con la Polizia.
Di conseguenza disporre l’allontanamento in un altro centro dei due sospettati, risultava fondamentale per le indagini. Dopo poche ore dal loro trasferimento, infatti, gli investigatori riuscivano a far superare la paura ai migranti i quali rendevano dichiarazioni fin a quel momento sottaciute. Gli uomini della Polizia di Stato, in poche ore, riuscivano a comprendere compiutamente cosa fosse successo in Libia, luogo della partenza, durante la traversata e fino ad arrivare alla loro permanenza all’interno del centro di Pozzallo.
Purtroppo dalle testimonianze dei migranti si scopriva che sin dalla partenza dalla Libia per raggiungere le coste italiane, gli extracomunitari erano stati continuamente minacciati, anche con armi, dai componenti dell’organizzazione criminale e che i due pakistani avevano perso la vita cadendo in mare durante la traversata, senza neanche un tentativo di prestare loro soccorso da parte degli scafisti.
Dalle risultanze investigative dell’accurata attività d’indagine condotta senza sosta, dopo aver ascoltato le tragiche dichiarazioni dei migranti che avevano assistito alla morte dei connazionali caduti in mare senza più riemergere e dal modus operandi degli scafisti, considerando i gravi e concordanti indizi di reato raccolti, la Squadra Mobile della Questura di Ragusa ha sottoposto a fermo di P.G. i due extracomunitari, accompagnandoli presso la Casa Circondariale di Caltanissetta a disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta Dott. Gabriele Paci, provvedimento convalidato dall’Autorità Giudiziaria in data odierna.