Attacco delle opposizioni in Consiglio: “Inaccettabile lo stallo delle commissioni”

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La mancata convocazione delle commissioni permanenti oggetto di quasi tutti gli interventi da parte delle opposizioni, riunite martedì pomeriggio a Palazzo dell’Aquila per la seconda seduta ispettiva del consiglio comunale dell’amministrazione Piccitto.
Torna finalmente a funzionare senza intoppi l’impianto audio e torna anche la diretta dell’evento, sebbene non più televisiva ma in streaming, grazie ad un sito privato a costo zero per le casse comunali, come annuncia lo stesso presidente Giovanni Iacono.
I lavori, anticipati da un minuto di silenzio per commemorare i tredici migranti morti nelle acque del territorio ragusano, si sono protratti, tra comunicazioni dei consiglieri e risposte da parte dell’amministrazione, per oltre quattro ore.
“Assistiamo ad una continua perdita di tempo da parte della maggioranza – attacca Angelo La Porta di Territorio – che in tre mesi è riuscita solo ad assegnare una vicepresidenza interna al gruppo del Movimento cinque stelle. Tutto ciò a discapito dei problemi della città. Le Commissioni sono ferme ed i consigli silenti, senza atti di Giunta da discutere. Molti di noi rappresentano una parte consistente della cittadinanza alla quale dare risposte”.
“Attraverso una comunicazione scritta – continua Sonia Migliore, UdC – il Presidente Iacono ci informa che la sesta commissione è ferma poiché il Movimento cinque stelle ha presentato, alla luce del passaggio al Gruppo misto del consigliere Marino, alcune eccezioni in merito al criterio interpretativo del regolamento circa la composizione delle commissioni. Eccezione che era stata fatta già lo scorso consiglio dal consigliere Maurizio Tumino ed alla quale il vicesegretario Lumiera aveva risposto in modo chiaro. Non si comprende allora cosa si vuole ottenere se non una ingessatura delle attività. Vogliamo la convocazione delle commissioni e se non arriveranno segnali chiari siamo pronti a rivolgerci anche al Prefetto”.
“Venga rispettato il nostro ruolo – conclude Giorgio Mirabella, Idee per Ragusa – e ripristinata la democrazia. Se il problema sono i costi ricordo che ho presentato una proposta di rimodulazione delle commissioni già nel corso della passata legislatura”.
“L’iter che stiamo seguendo circa la sesta commissione è perfettamente legittimo – risponde il Presidente Iacono – ed appena gli uffici competenti forniranno un parere circa l’interpretazione del regolamento provvederò a convocare l’organo. Non essendoci atti urgenti da analizzare non credo si sia bloccata alcuna attività né arrecato danno alla democrazia. Ho chiesto inoltre ai presidenti di convocare commissioni con una certa oculatezza, e quindi di accorpare più ordini del giorno, perseguendo un giusto ed equilibrato rapporto tra obiettivi conseguiti e costi sostenuti”.
Spazio anche per l’interrogazione presentata dal consigliere Maurizio Tumino, PdL, relativa alla questione delle concessioni edilizie in verde agricolo. Tema all’ordine del giorno della seduta di giovedì ed oggetto di velenose polemiche quando il precedente consiglio condivise un atto di indirizzo del dirigente al fine di sboccare le centinaia di richieste giacenti negli uffici comunali. “Il diritto all’edificazione in verde agricolo non deve essere concesso esclusivamente all’imprenditore agricolo ma consentito a tutti i cittadini. Come ha intenzione di agire questa amministrazione?”.
“E’ un tema che in questi anni non è stato risolto – ha risposto l’assessore Giuseppe Di Martino – ma che intendiamo al più presto definire. Nelle premesse dell’atto di indirizzo approvato ad aprile da questo consiglio non si fa accenno alla esistenza del piano paesistico, uno strumento urbanistico che è sovraordinato non subordinato ai piani regolatori. In questa direzione quindi ci muoveremo per presentare un nostro atto di indirizzo che tuteli il paesaggio come bene primario e patrimonio della collettività. Questo il principio costituzionale, supportato da una giurisprudenza molto vasta, che prevale sullo Ius edificandi, un diritto personale non esercitabile quando non tutela un bene della collettività”.
“Credo sia utile per la città spostare il tiro dalla battaglia giurisprudenziale – replica insoddisfatto Tumino – che potrebbe continuare in altra sede. A me compete affrontare il problema politico, argomento che non è stato assolutamente centrato. Alla luce di questo ragionamento cosa intendete fare delle pratiche inevase? Revocherete le concessioni rilasciate? Aggiungere solo parole al nulla non porterà da nessuna parte – conclude – manca del tutto un chiarimento”.