Mariano Ferro: “Contro lo sciopero ci sono solo gli imprenditori con le Mercedes”

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Non ci sono argomenti capaci di far presa su Mariano Ferro, per convincerlo a desistere dal dar vita alla protesta del Popolo dei Forconi, che – come è stato annunciato ormai da diversi giorni – prenderà il via dalla mezzanotte tra l’8 e il 9 dicembre da Catania. Gli innumerevoli appelli che si sono sollevati in queste ore, principalmente dalle associazioni di categoria degli agricoltori, Cia, Coldiretti e Confagricoltura, e – in provincia di Ragusa – gli operatori agricoli e dei mercati di Vittoria, Santa Croce Camerina e Donnalucata: appelli così accorati, che hanno coinvolto anche il Prefetto, da far presagire che la mobilitazione dei Forconi ne scatenerà un’altra di segno opposto, concretizzando una vera e propria “guerra fra poveri”.

Ma Ferro non la pensa affatto così e anzi rilancia: “Il fronte antisciopero è formato solo da quegli imprenditori che continuano ad avere la Mercedes parcheggiata davanti all’azienda”.

Al presidente dei commissionari ortofrutticoli di Vittoria, Filippo Giombarresi, anzi, Ferro intima di abbassare i toni: “Non fa paura a nessuno, le cose sono diverse da come si cerca di farle apparire. Purtroppo la verità è che questo è il tempo dei furbi, mentre il tempo degli onesti è finito. E la verità è anche che ci sono molti interessi in gioco: tanti imprenditori maneggiano prodotti che vengono da fuori e li spacciano per siciliani, mentre i piccoli produttori muoiono per colpa di questa concorrenza sleale. Tante volte abbiamo chiesto ai Prefetti di sollecitare i controlli da parte della Finanza, cosa che mai è stata fatta”.

E a proposito di Prefetti, è chiaro che adesso i produttori agricoli e anche i sindaci, si aspettano un intervento proprio del Prefetto di Ragusa, affinché almeno venga assicurata la libera circolazione delle merci, ma anche su questo Mariano Ferro replica: “Già ieri siamo stati per ore a colloquio col Prefetto di Catania, alla presenza del Prefetto di Siracusa. E quando io ho detto che purtroppo in Italia sta per scoppiare una situazione simile a quella della Grecia, non hanno saputo darmi torto. Allora io vorrei chiedere a tutti quelli che ci stanno chiedendo di fermare la protesta: mi suggeriscano loro cosa dobbiamo fare, quale sistema dovremmo adottare per risvegliare dal torpore chi ha la responsabilità di prendere le decisioni e urlare loro che non siamo più disponibili a farci togliere tutto”.

 

Ferro fra l’altro ha stabilito un legame molto forte tra questa protesta e il caso delle aste giudiziarie, che in Provincia di Ragusa è finito nel mirino della Procura: “Fino a questa mattina ho spiegato al sindaco di Vittoria che a fronte di 4 mila esecuzioni immobiliari in corso, non so se vale di più un camion di pomodori… Per quale motivo chi sta rischiando di perdere la casa dovrebbe fermarsi?”.

 

A nulla vale anche l’accordo siglato a Roma tra il Ministro Lupi e le associazioni dell’autotrasporto, Unatras e Anita: “Sono decisioni che derivano da associazioni di categoria – ribatte Ferro – e io voglio ricordare che associazioni di categoria e sindacati sono il cancro di questo Paese. Accordi come questi sono stati fatti centinaia di volte: gli autotrasportatori sanno benissimo che non ne riceveranno alcun beneficio. E in ogni caso – conclude – dobbiamo ricordarci pure che questa ribellione non è la ribellione degli autotrasportatori: è la ribellione degli italiani”.