Il Piano di riequilibrio “secondo” Abbate: dieci modifiche domani in Aula

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Arriverà domani pomeriggio in Consiglio comunale (la seduta è convocata per le 15) il Piano di riequilibrio “secondo” Ignazio Abbate. La Giunta municipale già nei giorni scorsi ha approvato la propria proposta di rimodulazione: un corposo ed articolato documento che supera le cento pagine, su cui ha lavorato principalmente l’assessore al bilancio Enzo Giannone.

Come si ricorderà, il Consiglio comunale di Modica lo ha votato per la prima volta il 30 dicembre 2012, ma l’atto non ha ancora ottenuto l’approvazione definitiva dell’apposita sottocommissione del Ministero dell’Interno e della Corte dei Conti. La legge consente nel frattempo al nuovo sindaco Ignazio Abbate, che si è insediato in presenza di un Piano elaborato dalla precedente amministrazione Buscema, di rimodularlo alla luce delle proprie esigenze entro 60 giorni dalla pubblicazione della relazione di inizio mandato: nel nostro caso, al più tardi entro il 29 gennaio.

Rispetto alla “prima versione” del piano, quella del 2012, c’è innanziutto da considerare la grande novità della liquidità di 40,3 milioni di euro concessa dalla Cassa Depositi e Prestiti a maggio 2013: questo ha già consentito al Comune di raggiungere risultati positivi, come una forte riduzione delle anticipazioni di tesoreria (appena 2,5 milioni nel 2013 rispetto alla media di 8 milioni negli anni precedenti) e un risultato in attivo nella gestione corrente (+3,9 milioni nel 2013). Nel piano è prevista naturalmente la restituzione di questo prestito (con una rata di 2,4 milioni di euro l’anno, più gli interessi), oltre alla copertura di 15,9 milioni di euro l’anno di disavanzo e di altri 10,9 milioni di euro di debiti fuori bilancio.

Per realizzare l’obiettivo del riequilibrio finanziario, il “nuovo” piano contiene sostanzialmente 10 grandi misure correttive sia sul fronte dell’aumento delle entrate, sia su quello della riduzione delle spese.

Sul capitolo delle “entrate” e sulla necessità di aumentarle, non ci sono mezzi termini: “La sfida che il Comune dovrà raccogliere – si legge nella relazione di accompagnamento al piano -, considerati i sempre minori trasferimenti statali, è quella di migliorare la capacità di riscuotere i tributi propri, fino almeno al 70%”. Una percentuale non certo facile da raggiungere, se si va a vedere, per esempio, che nel 2013 è stato riscosso solo il 35,3% della Tarsu e il 46% dell’Imu per le seconde case.

Questo tocca direttamente le tasche dei cittadini: nel 2014 infatti, oltre all’Imu e alla Tari (che sostituirà la Tares-Tarsu), arriverà la Tasi (tributo per i servizi indivisibili). “La normativa è in continua evoluzione – conferma l’assessore al bilancio Enzo Giannone -. Presupponiamo che nel 2014 ci saranno le nuove imposte riunite nella Iuc (imposta unica comunale). La Tasi potrà essere applicata anche alle prime case con un’aliquota minima, dallo 0,1 allo 0,25: questo è quello che vorremmo, ma tutto dipende dalla possibilità di recuperare le entrate atrove”. La lotta senza quartiere all’evasione fiscale continua dunque a essere il chiodo fisso dell’amministrazione. Per questo si pensa: al rafforzamento della collaborazione con l’Agenzia delle entrate attraverso il ricorso alle “segnalazioni qualificate; a introdurre un sistema di “riscossione coattiva” dei tributi, da affidare all’esterno per assicurarsi una maggiore velocità; al recupero delle oltre 32 mila posizioni irregolari riscontrate sui ruoli degli anni pregressi.

“Il nostro è un obiettivo ambizioso – commenta l’assessore Giannone -, ma necessario. La sopravvivenza dell’ente deriva dalla capacità di riscuotere le entrate. Dobbiamo essere consapevoli che un mancato recupero dell’evasione renderà inevitabile un aumento delle aliquote, che è quello che noi vogliamo assolutamente evitare”.

Saranno confermati intanto gli aumenti dell’Irpef allo 0,8% e dell’Imu sulle seconde case all’8,6‰, mentre l’amministrazione pensa ad una complessiva revisione degli altri regolamenti e delle altre tariffe. Una “nota dolente” è rappresentata dai servizi a domanda individuale, ad esempio la refezione scolastica e il trasporto degli alunni: “Noi vogliamo ridurre il costo a carico delle famiglie – conferma Giannone -, ma complessivamente tutti questi servizi devono risultare coperti al 36%: pensiamo quindi di aumentarne leggermente alcuni altri, per esempio quelli del mercato ortofrutticolo”.

 

Per ridurre piccole e grandi spese è stato previsto un piano più che dettagliato, da attuare nei prossimi dieci anni: dall’abbattimento dei costi per la carta, i toner e le spese postali, fino ai ben più impegnativi risparmi sul fronte dell’energia elettrica.

Naturalmente proprio quella per l’energia elettrica è una delle voci di spesa che nel tempo hanno creato maggiori problemi: dopo la transazione con Enel, comunque, il Comune è fuoriuscito dal regime di salvaguardia e stipulato nuovi contratti con Eni, prevedendo che nell’arco dei prossimi dieci anni i costi potranno essere abbattuti di oltre il 50%).

La spesa più impegnativa continua ad essere invece quella che riguarda il personale comunale, nonostante la recente delibera con cui la Giunta ha provveduto a ridurre da 586 a 526 posti la dotazione organica del comune e nonostante il ricorso alle posizioni organizzative, anziché ai ruoli dirigenziali, secondo l’amministrazione abbia già prodotto nel 2013 un risparmio da 309 mila a 188 mila euro. Ciò che appare chiaro è che per tutta la durata del Piano di riequilibrio, dunque per i prossimi dieci anni, non potrà aumentare la dotazione organica né potranno essere fatte nuove assunzioni: ciò nonostante si preveda che da qui al 2021 andranno in pensione ben 193 degli attuali dipendenti. Ciò che si potrà fare, invece, è l’introduzione di un piano delle performance, con criteri meritocratici, di cui si promette l’approvazione entro il 2014.

Rispetto al 2013, “rispunta” però tra le spese quella relativa alle indennità di amministratori e consiglieri comunali, già reintrodotta con il bilancio 2013 a partire da novembre. I totali coincidono con quelli del 2012, prima che la voce venisse azzerata dalla vecchia amministrazione: va tenuto però conto che nel frattempo il numero degli assessori è stato ridoto da 8 a 6. “Ma – ci tengono a precisare Abbate e i suoi assessori – le indennità risultano ridotte del 10% rispetto al minimo previsto dalla normativa regionale”.

Capitolo a parte, infine, è quello che riguarda le società partecipate: il proposito è quello di completare entro il 2014 la liquidazione della Multiservizi, esternalizzando il servizio di gestione della sosta a pagamento, e di continuare a gestire la Servizi per Modica attraverso la cassa integrazione per i dipendenti. “Su questo fronte siamo consapevoli – spiega l’assessore Giannone – che la cassa integrazione è uno strumento straordinario, su cui potremo contare solo fino al 2014. Per questo dovremo lavorare a un programma per ridimensionare la SpM, procedendo progressivamente a esternalizzare alcuni servizi e internalizzarne altri”.