Aumento di dieci unità per i parametri dei pubblici esercizi, l’Ascom attacca il sindaco Abbate

0

La sezione Ascom di Modica esprime perplessità e contrarietà per l’atteggiamento assunto dal sindaco Ignazio Abbate che, a fronte di decisioni importanti che riguardano la vita del settore commerciale, non ha sentito l’esigenza di coinvolgere l’associazione di categoria. A spiegare quanto accaduto è il presidente dell’Ascom di Modica, Paolo Failla. “Qualche giorno fa – dice – siamo venuti indirettamente a conoscenza che, il 2 dicembre scorso, il sindaco ha emesso la determina n. 2784 attraverso la quale ha aumentato di dieci unità i parametri dei pubblici esercizi nel centro storico, modificando in questo modo la precedente determina n. 2775 del 23 novembre 2012 (solo dopo un anno quindi) che ne preservava la liberalizzazione. Contestiamo al sindaco, come organizzazione di categoria, i principi basilari su cui dovrebbe basarsi la nostra democrazia e il corretto vivere civile. In primo luogo, la normativa prevede che prima di qualsiasi deliberazione è fondamentale, se non principio di buona educazione civica, tenere conto del parere (non vincolante) delle organizzazioni sindacali di categoria riconosciute a livello nazionale, mentre il sindaco giustifica la mancanza di richiesta di parere in quanto l’ampliamento riguarda solo dieci unità. Tutto ciò per noi è assurdo, infantile e pretestuoso”.
“Come se non bastasse – aggiunge Failla, assieme al responsabile sezionale, Gianni Iacono – a distanza di un anno non è giustificato, anzi è risibile, affermare che il flusso turistico sia esploso così tanto da considerare necessario l’aumento dei pubblici esercizi. Vale la pena di chiarire che il centro storico non presenta una disponibilità di locali liberi da adibire all’attività di somministrazione e che, piuttosto, la crisi degli ultimi anni ha determinato una moria non indifferente di attività commerciali e di pubblici esercizi, tant’è che proprio nel centro storico esistono pubblici esercizi chiusi e che da anni non hanno trovato una nuova impresa per permettere agli stessi di essere riavviati. In più, fra le motivazioni addotte ci sembrano assurde e banali le seguenti: “considerato che nel centro storico si sta cercando di arginare il problema del teppismo e del vandalismo….”. Un’altra motivazione contraddice se stessa, quale quella che recita: “ritenuto di dover soddisfare le numerose istanze delle ditte….le quali vogliono investire… segno di una ripresa economica positiva, specialmente in tempo di crisi come quello attuale”. Concludiamo dicendo che non è vero che la determina è pubblicata sul sito internet del Comune. Riteniamo, altresì, che questo atteggiamento arrogante, pervicace e antidemocratico del primo cittadino non conduca ad alcunché di soddisfacente e, anzi, finisca con il determinare ulteriori problemi che si assommano ad altri già particolarmente gravi. Speriamo che il primo cittadino possa ravvedersi per tempo e che riconosca la disponibilità al dialogo della nostra associazione di categoria, disponibilità che stiamo manifestando anche in questa occasione”.