Accesso al credito, le imprese scrivono al Prefetto

0

Una lettera aperta è stata trasmessa al prefetto di Ragusa Annunziato Vardè da parte dei presidenti vittoriesi di Cna, Associazione antiracket e antiusura e Sportello del Cittadino, rispettivamente Giuseppe Santocono, Eliana Giudice e Giovanni Traina. Nella missiva si chiede la convocazione di un incontro per discutere di alcune iniziative che potrebbero essere valutate a sostegno delle imprese e dei cittadini per l’accesso al credito da parte degli istituti di credito. “Proprio perché Lei – si legge testualmente nel documento – ha già intrapreso iniziative volte a creare un “dialogo” con gli Istituti di credito, che nel corso di un incontro svolto in Prefettura il 6 dicembre 2013 “hanno espresso la piena disponibilità a ricorrere anche a strumenti di rinegoziazione del debito, da attuarsi caso per caso …”, oggi noi Le chiediamo di rafforzare la sua iniziativa, visto l’allarme sociale di tali tematiche, valutando l’idea di costituire un Osservatorio sulle criticità economico finanziarie e di accesso al credito, costituito dalle associazioni di categoria che operano nei territori, l’ABI, le associazioni antiracket e antiusura. Sarebbe anche auspicabile – si continua a leggere nella lettera – arrivare alla sottoscrizione di un Protocollo che permetta l’accesso al credito anche alle imprese e ai cittadini che attualmente non presentato i requisiti di “bancabilità”, sfruttando i fondi della legge antiusura come avviene in altre realtà territoriali, proprio per arginare il fenomeno dell’usura”. I tre presidenti vittoriesi sottolineano che tale iniziativa ha preso le mosse dall’oggettivo perdurare della crisi economico/finanziaria che ha comportato un ulteriore innalzamento dei requisiti per l’accesso al credito, rendendolo in molti casi, oramai, impossibile sia per tantissime imprese sia per le persone che si trovano già con un livello di indebitamento elevato. Il forte timore espresso dalle associazioni che hanno sottoscritto il documento, è che tale stato di cose, porti alla ricerca di canali di approvvigionamento finanziario alternativi, di natura non lecita. Tali canali, proprio perché non sono controllabili, favoriscono la pratica dell’usura i cui effetti sono misurabili sia in termini di esclusione sociale che di concorrenza sleale nel libero mercato.