L’Assemblea regionale e il tetto dei 160mila euro ai burocrati

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Dal primo luglio di quest’anno al 31 dicembre del 2016. Per questi due anni e mezzo, in Sicilia i burocrati e i manager della Regione e degli enti collegati, in servizio e in pensione, non potranno guadagnare più di 160 mila euro lordi.
A fissare il tetto è un emendamento appena approvato dall’Assemblea regionale siciliana. La stessa Regione che ha però “salvato” il vitalizio dell’ex governatore Totò Cuffaro, in carcere.

Come si legge in un articolo di Repubblica.it:

Sono circa duecento i burocrati e pensionati che guadagnano stipendi superiori alla soglia dei 160 mila euro. In questo elenco, certamente ci sono tutti i 27 dirigenti generali, a partire dall’esterno Romeo Palma, responsabile dell’Ufficio legale, con una retribuzione di 228 mila euro. Al secondo posto, nella hit parade degli stipendi più elevati della burocrazia di Palazzo d’Orleans c’è quello della segretaria generale Patrizia Monterosso, pari a 185 mila euro, seguita a ruota dalla dirigente degli affari extraregionali Maria Cristina Stimolo, con 176 mila euro, dal ragioniere generale Mario Pisciotta e dalla dirigente generale della Formazione Annarosa Corsello, tutti a quota 170 mila euro.
La scure potrebbe cadere anche sugli stipendi di tanti dirigenti di società partecipate. Una giungla di contratti d’oro sui quali nessun governo è riuscito davvero a mettere le mani per ridurre i compensi, nonostante decine di direttive, circolari e leggine approvate all’Ars.

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Il tetto stabilito dall’Ars è molto vicina alle cifre stabilite da un’altra regione, la prima in Italia a introdurre questo meccanismo. Nel Lazio, infatti, da circa una settimana, nessuno potrà guadagnare più del governatore Nicola Zingaretti (165 mila 600 euro lordi l’anno) e anzi lo stipendio del presidente della giunta sarà il criterio di riferimento per calcolare tutti gli altri. Il Lazio, grazie all’adozione da parte della giunta del regolamento previsto dalla legge 4/2013 sulla spending review regionale, è stata la prima a mettersi in linea con quanto fatto dallo Stato con le sue controllate.