Mondiali 2014: la “maledetta” di Pirlo e le leggi della fisica

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Più dei due gol di Marchisio e Balotelli. Più della sofferta ma meritata vittoria contro l’Inghilterra.

A far discutere, nel felice day after azzurro, è la parabola del calcio di punizione tirato da Andrea Pirlo negli ultimi minuti di Italia-Inghilterra, e finito sulla traversa. Una cosa strana. Una cosa rara.
Perché spiazzare il portiere dal dischetto del rigore è, relativamente, facile. Spiazzarlo con un calcio di punizione è quasi impossibile. E invece, il tiro di Andrea Pirlo – bresciano, classe 1979 – quando parte sembra voler scavalcare la barriera e poi va a finire su quello che in teoria sarebbe il palo del portiere (che intanto però è andato da un’altra parte).

Ecco il VIDEO della punizione di Pirlo:

[youtube]http://youtu.be/vK6jmsuFKMM[/youtube]

 

Dicono (e qui siamo nell’ordine della tecnica) che per far prendere alla palla quell’effetto, occorra colpirla con il piede quasi perpendicolare al terreno e con le ultime tre dita del piede. Ma per capire meglio (e qui si entra nel terreno della fisica) come il regista della nazionale riesca a disegnare percorsi così insidiosi, forse è utile affidarsi alla scienza. Più precisamente a quella del professor Nicola Ludwig (ricercatore di fisica applicata all’università statale di Milano), che dopo aver istruito il telecronista di Sky, Fabio Caressa, ha sintetizzato le sue conoscenze in un manualetto (“La scienza nel pallone”, con Gianbruno Guerrerio, ed. Zanichelli), in cui la fisica del pallone diventa alla portata di tutti.

E il prof. Ludwig sostiene che c’è una legge fisica dietro la cosiddetta “maledetta”, la famosa punizione che gira e si abbassa, calciata da Andrea Pirlo: “Si chiama effetto Magnus (quello di Heinrich Gustav Magnus, scienziato tedesco, che lo scoprì nel 1852, ndr). Pirlo non fa altro che sfruttarlo, dando alla palla una rotazione particolare e, in pratica, giocando contro la gravità“.
E poi: “Oltre il gesto tecnico” dice di nuovo Nicola Ludwig, “c’è la psicologia. È stata individuata la zona del cervello che reagisce ai movimenti degli oggetti in caduta libera, ma il pallone segue altri moti, innaturali”.

E per assecondarli bisogna essere un po’ geni. Come Andrea Pirlo.