Cultura, polemiche e accuse. I beni turistici di Scicli fanno discutere

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“Forse l’abitudine, tutta italiana, di fare in modo di lavorare sempre in emergenza, lascia margine di manovra a chi, la legalità, vuole volgerla a proprio vantaggio”.
Continua a suon di reciproche accuse il battibecco tra Antonio Sarnari e l’assessore al Turismo del Comune di Scicli Giampaolo Schillaci, che coinvolge in verità gran parte del mondo legato alla gestione dei servizi culturali e turistici nella città di Scicli.

Sarnari, che parla in qualità di organizzatore della manifestazione estiva “Cose Belle di Scicli”, dopo aver deciso di sospenderla per protesta e pur essendo estraneo alla vicenda, sembra interessato a prendere sotto la propria “ala protettiva” i ragazzi che fino al 14 agosto hanno lavorato per la società Invictus, che da quel giorno ha rinunciato all’affidamento del servizio di gestione dei beni comunali.

I ragazzi però, nel frattempo, hanno costituito una propria associazione, la Tanit, e cominciato a gestire altri siti, a cominciare dalla famosa “Farmacia di Montalbano”.
“Si tratta di giovani preparati” li difende Sarnari “che avevano proposto a Schillaci un proprio progetto per continuare a gestire i siti. Dato che l’associazione a cui ora è stato affidato il servizio non ha ancora dimostrato di avere i requisiti per farlo, questa strada non ci sembra più legale dell’altra. E dato che il primo avviso di recesso della Invictus risale allo scorso febbraio, l’assessore avrebbe avuto tutto il tempo per valutare la soluzione migliore. O la legalità di cui parla Schillaci” continua Sarnari “è la stessa per cui questi 25 ragazzi sono stati sfruttati e sottopagati per due anni con il Comune compiacente?”.

Ma Schillaci, su questi punti, ribadisce fermamente il proprio punto di vista e continua a sostenere “la legalità”, appunto, dell’affidamento del servizio lasciato dalla Invictus alla terza associazione in graduatoria, l’associazione “Balicu e Pagghiara”, dato che la seconda era un’associazione temporanea di imprese, ormai sciolta: “Non c’era il tempo per fare un nuovo bando e l’unica soluzione al fine di non chiudere i monumenti comunali è rimasta quella dello scorrimento della graduatoria.
Le norme, in una situazione di emergenza come quella in cui ci trovavamo, ci consentono di fare un affidamento con riserva di legge: l’associazione in questione aveva certamente i requisiti per partecipare al bando e ora dovrà presentare tutta la documentazione per dimostrare di avere anche i requisiti per lo svolgimento del servizio. Se così non dovesse essere, sarebbe un problema, perché resteremmo senza il servizio.
I ragazzi che hanno lavorato per la Invictus avevano rapporti singoli unicamente con questa società e non con il Comune, per cui non c’è alcuna possibilità legale che riprendano il servizio”.

Non c’è possibilità se non quella, evidentemente, di passare per un nuovo bando e di dimostrare il possesso dei requisiti per partecipare e gestire il servizio.

[Fonte: La Sicilia]