Il caso della villa al mare della moglie di Lombardo. Calogero Rizzuto: “Io sono sereno”

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“Non c’è nessun segreto, anzi si tratta di una vicenda pubblica che purtroppo i tempi lunghi della giustizia italiana non hanno ancora chiuso. Sono sereno per quanto riguarda il mio lavoro e spero che il tribunale si pronunci il prima possibile, in modo da fare chiarezza”.

Così il nuovo Sovrintendente di Siracusa, Calogero Rizzuto, risponde a Ragusah24.it sul caso della villa al mare di Saveria Grosso, moglie dell’ex Governatore della Regione Raffele Lombardo, su cui si sono riaccese le luci nei giorni scorsi in seguito ad un articolo uscito sul settimanale Panorama.
Nel pezzo il giornalista Carmelo Caruso cita il nuovo Sovrintendente, fresco di nomina dopo la rimozione di Beatrice Basile, commentando che “non per contestare i meriti ma per ricordarne l’operato, Rizzuto è lo stesso che da architetto della sopraintendenza di Ragusa, aveva autorizzato l’allargamento della villa dell’ex governatore Raffaele Lombardo nel litorale di Ispica, ritenuto abusivo dai magistrati tanto da rinviare a giudizio sia il politico che il funzionario”.
Rizzuto_Furnari

L’attacco giunge in un momento particolarmente delicato: l’avvicendamento tra la Basile e Rizzuto non è stato indolore e ha suscitato il malcontento da parte di molte associazioni ambientaliste e culturali della città, che leggono nella scelta dell’Assessore Regionale ai Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Pina Furnari un tentativo politico di intervenire su alcune questioni paesaggistiche e urbanistiche su cui la Basile aveva posto il veto.

La vicenda, che risale a tre anni fa, riguarda un presunto abuso edilizio ipotizzato dalla procura di Modica su un immobile già “sanato” in seguito alle autorizzazioni concesse dalla Sovintendenza di Ragusa e dall’ufficio tecnico di Ispica. La casa di circa 70 metri quadrati, sottoposta a sequestro nel 2011, infatti, risulta edificata a meno di 120 metri dalla spiaggia, infrangendo quanto previsto dalla legge.
Saveria Grosso, moglie di Lombardo, ha dovuto rispondere dell’accusa di abuso edilizio, insieme al direttore dei lavori e al legale rappresentante della ditta che li ha eseguiti. Dall’accusa di abuso d’ufficio in concorso si sono invece dovuti difendere la ex sovrintendente ai beni culturali e ambientali di Ragusa Vera Greco, Calogero Rizzuto, all’epoca architetto della Soprintendenza di Ragusa e il dipendente del comune di Ispica Giuseppe Caschetto.

Secondo la difesa della Grosso, l’immobile, edificato oltre un secolo prima, era in una posizione regolare prima che l’erosione della costa riducesse oltre i limiti previsti dalla legge la distanza dall’arenile. La stessa versione era stata sostenuta dall’ex sovrintentente Greco e dall’architetto Rizzuto che, nella deposizione, aveva sottolineato la mancanza di problemi di impatto ambientale o di violazione del piano paesaggistico proprio perché la villetta era preesistente alla sua adozione. Sulla base della Dichiarazione d’inizio d’attività provvista di tutti i pareri il dipendente dell’Utc di Ispica Giuseppe Caschetto aveva fornito a sua volta i nullaosta necessari per la ristrutturazione dell’immobile. Le tesi difensive non hanno tuttavia convinto il Gip Maria Rabini, che a fine 2012 chiuse le indagini con il rinvio a giudizio dei quattro imputati.

Alla nostra domanda sulla vicenda il nuovo Sovrintendente si è mostrato sereno e disponibile al chiarimento: “Anzitutto, vorrei specificare che il progetto a cui si fa riferimento non è un ampliamento, ma una ristrutturazione. Sullo stesso progetto si sono espressi positivamente tre generazioni di soprintendenti. Non è una novità, ma si tratta di una vicenda che risale a tre anni fa e di cui il Dipartimento Beni Culturali è messo a conoscenza. Inoltre il servizio di riferimento, che si occupa di Tutela e Acquisizioni, dopo adeguata istruttoria, non ha ritenuto necessario di far costituire l’amministrazione come parte civile perché non ha rinvenuto i presupposti. L’Assessorato Dipartimento Funzione Pubblica, messo a conoscenza della vicenda, ha sospeso l’attività in attesa del pronunciamento finale del Tribunale, che spero avvenga presto per mettere il punto a questa vicenda. Non c’è nulla dunque di nascosto o di segreto; la giustizia purtroppo in Italia ha dei tempi molto lunghi. Spero che la vicenda si chiuda entro il 2014 in maniera definitiva, però vorrei che in queste mie dichiarazioni si legga la serenità di una vicenda pubblica”.