La Carovana antimafia fa tappa a Vittoria: “Stop alla tratta dei migranti”

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Dopo la prima tappa, domenica scorsa a Lampedusa, martedì pomeriggio la Carovana antimafia di Arci, Libera e Avviso pubblico è arrivata a Vittoria con il suo messaggio contro la tratta dei nuovi schiavi e il business del crimine che lucra sulle traversate della morte dei migranti.

La carovana si è fermata al Chiostro delle Grazie, dove ad attenderla c’erano studenti, rappresentanti istituzionali e militari e semplici cittadini. A fare gli onori di casa è stato l’assessore alla Pubblica Istruzione, Piero Gurrieri.
“Nell’anno del ventennale non abbiamo scelto casualmente questo tema di estrema attualità” ha spiegato Umberto Di Maggio, coordinatore regionale di Libera, associazioni nomi e numeri contro le mafie “perché, come associazione, il nostro compito è quello di lottare con le armi della cultura della sensibilizzazione e della denuncia sociale contro le nuove schiavitù degli immigrati, costretti a scappare da paesi devastati da guerre, miserie e malattie e che, in Europa, dovrebbero trovare un paese accogliente. Noi non siamo magistrati o forze dell’ordine e non abbiamo il potere di fare indagini o di arrestare la gente”, ha poi proseguito Di Maggio.

“Noi incontriamo la gente ed esponiamo le nostre preoccupazioni, sperando che arrivino al cuore di chi ci ascolta. Vittoria, Lampedusa e tutta la Sicilia sono le porte dell’Europa e, sebbene note per la loro proverbiale accoglienza, nei confronti di queste persone non solo lasciano a desiderare, ma finiscono, addirittura, per sfruttarne la manodopera a basso costo, rendendoli schiavi”.

Il posto dove ci sono più vittime di mafia, Libera, Arci e Avviso Pubblico ne sono certi, non è la Sicilia, Corleone, Locri o Scampia, ma è il Mar Mediterraneo. I mille dollari e passa che i migranti danno agli scafisti finirebbero, infatti, nelle mani delle mafie internazionali che organizzano i viaggi della speranza, ma molti lo negano, considerandole solo organizzazioni criminali di basso livello.

Di Maggio, nel suo intervento, ha fatto riferimento anche alle inchieste, più o meno recenti, che hanno portato a scoprire le violenze fisiche sulle straniere impiegate nei campi e nelle serre da parte di imprenditori senza rispetto né dignità.

“Nel 2014 tutto ciò è inconcepibile e parlarne è importante per spingere, quelli che ancora preferiscono mettere la testa sotto la sabbia, a guardare in faccia la realtà. Sensibilizzare sull’argomento può, probabilmente, spingere un imprenditore a passarsi una mano sulla coscienza, chiedendosi se, in qualche modo, non si è reso complice del sistema. Questa è la sfida che lanciamo da Vittoria e speriamo che il nostro grido arrivi a Bruxelles, che raggiungeremo piano piano dopo aver risalito lo Stivale”.

La tappa ragusana della carovana antimafia, al termine dell’incontro al Chiostro, si è conclusa con il concerto di band locali in Piazza del Popolo.