Non piangere sul latte versato: gli allevatori ragusani si compattano contro i nuovi prezzi

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Il settore della zootecnica ragusana si dà appuntamento alla Camera di Commercio di Ragusa per rilanciare un nuovo corso, fatto di maggiore compattezza tra imprenditori e cooperative, in vista della definizione del contratto di conferimento del latte che dal 31 marzo sostituirà quello attuale.

L’iniziativa è stata lanciata ieri presso la sala conferenze dell’Ispettorato agrario, “senza colori”, hanno spiegato dal tavolo di coordinamento, tranne quello bianco del latte. Effettivamente mancavano le tradizionali bandiere gialle ed il logo della Coldiretti, ma ad entrare nel dettaglio sono stati il presidente della sezione ragusana Gianfranco Cunsolo ed il direttore Pietro Greco, affiancati dai rappresentanti delle cooperative ragusane: Progetto Natura, Nuova Agricoltura, Caisa, Ragusa Latte e Monti Iblei Latte. Sono intervenuti il sindaco di Ragusa, Federico Piccitto, l’assessore Vincenzo Giannone in rappresentanza del Comune di Modica ed il direttore dell’Ispettorato, Giorgio Carpenzano.

“In Sicilia produrre un litro di latte costa 44 centesimi”, ha esordito Greco: “mentre il ricavo alla stalla è di circa 38 centesimi. Ciò significa che gli allevatori subiscono un divario di 6 centesimi. Ristabilire l’equilibrio economico è una priorità che tutto il sistema economico di Ragusa, polo zootecnico regionale, non intende ritardare. Per questo motivo il 31 marzo, data di scadenza del contratto di conferimento alle industrie, dovremo fare fronte comune e non rinnovare se non si raggiungono migliori condizioni economiche”.

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Condizioni che potranno essere discusse all’interno della categoria martedì prossimo, presso l’ente camerale ibleo. “Un’assemblea che non sarà caratterizzata da alcun colore” ha sottolineato il direttore Coldiretti: “noi ci proponiamo come coordinatori ma accettiamo al nostro fianco chiunque rappresenti il mondo delle imprese agricole locali. L’invito a partecipare alla manifestazione è aperto a tutti, lo stiamo estendendo attraverso l’associazione allevatori, il mondo delle cooperative e tutto l’indotto che gira attorno al mercato del latte”.

“È chiaro, a questo punto” ha aggiunto Cunsolo: “che dovremo ripartire dall’unità, una garanzia che ci farà aumentare il potere contrattuale con gli industriali. Ricordo che il contratto in scadenza entrò in vigore ad aprile 2014 ed il prezzo da 44 centesimi al litro passò rapidamente a 38. Una riduzione che, nel prezzo finale e quindi nello scaffale del supermercato, non si è mai registrata. Basta questo a far comprendere che è stato un rapporto assolutamente disequilibrato. Tutto ciò dovrà cambiare. Come dovrà essere messo nero su bianco che il prezzo dovrà essere stabilito mese dopo mese, senza possibilità di cambiarlo retroattivamente, al momento della fatturazione”.

Una situazione che ha pesato non poco nel settore zootecnico, che rischia il tracollo. A denunciare la grande crisi è Giorgio Spadaro, responsabile per le cooperative presenti, il quale sottolinea l’assurda “guerra” interna tra cooperative e produttori singoli, che negli ultimi anni ha determinato solamente un impoverimento del territorio, il cui latte rappresenta un prodotto inimitabile, in teoria senza concorrenza. “Dobbiamo fare gli interessi di chi realmente lavora con gli allevamenti” ha affermato Spadaro: “tutto il resto non ci interessa. Lottare per un prezzo equo è alla base del mercato, solamente in questo modo faremo ripartire l’economia di un territorio che basa la propria ricchezza sull’agroalimentare. Altrimenti assisteremo alla desertificazione delle campagne, come oggi purtroppo vediamo la desertificazione delle zone artigianali”.

[ Fonte: La Sicilia ]