Le Supplici, Ifigenia in Aulide, Medea: al Teatro Greco di Siracusa rivive la magia delle tragedie

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Immagine d'archivio

Presentata a Roma, alla presenza del Ministro per i beni culturali, Dario Franceschini, la stagione 2015 della fondazione Inda (Istituto Nazionale Dramma Antico) . Nel corso della conferenza, Franceschini ha definito l’INDA “un’eccellenza non solo di Siracusa ma dell’Italia intera, da valorizzare, allungando e incrementando la stagione, perché divenga un’opportunità del sistema-Paese” e ha ribadito l’impegno del ministero a sostegno dell’Istituto con finanziamenti triennali e non più annuali e l’importanza del portarlo nei maggiori teatri italiani, da Pompei a Verona,

“L’immagine dell’Italia nel mondo – ha concluso Franceschini – può essere veicolata proprio da un ente come l’Inda, che da oltre cento anni ormai è sinonimo nel mondo di classicità, tragedia, teatro antico.

Il cinquantunesimo ciclo di spettacoli classici vedrà in scena al Teatro Greco dal 15 maggio al 28 giugno Le Supplici di Eschilo, Ifigenia in Aulide di Euripide e Medea di Seneca.

“Con gli spettacoli di quest’anno – ha dichiarato il presidente Giancarlo Garozzo – affronteremo ancora una volta temi di grande attualità come quello dell’accoglienza che ha colpito in maniera particolare la Sicilia e Siracusa. Abbiamo scelto tre registi di grande spessore anche a livello internazionale proprio perché vogliamo puntare in maniera forte sulla qualità dei nostri spettacoli, com’è nella tradizione dell’Istituto”.

Grandi elogi agli allievi dell’Accademia d’arte del Dramma antico sono arrivati anche da Moni Ovadia, regista della tragedia Le Supplici di Eschilo, e da Federico Tiezzi, che dirigerà Ifigenia in Aulide di Euripide. “Questi ragazzi – ha detto Ovadia – sono straordinari, coraggiosi, con una grandissimo senso del lavoro. Una bellissima risposta a un paese dove spesso i giovani sono bistrattati”.

Per quanto riguarda gli spettacoli “Le Supplici” di Moni Ovadia, progetto scritto a quattro mani con Mario Incudine, si annunciano come una grande scommessa. L’attore di origine bulgara, che si è definito un outsider e un avventuriero, ha detto che il suo dramma è una sfida e come tale lo intende  portare sulla scena. “E’ un’opera sconvolgente perché ha un esito sconcertante – ha detto Ovadia – e per me, che mi batto per i diritti umani, è una grande occasione per amplificare la mia voce”.

Federico Tiezzi ha spiegato di aver letto Ifigenia in Aulide a ridosso della “Linea d’ombra” di Conrad, vedendo nella piccola vergine una figura che dall’adolescenza passa alla maturità e a diventare una eroina. “L’ambientazione – ha dichiarato Tiezzi – sarà indiana perché ho voluto allontanare la scena e mettere una certa distanza tra il testo euripideo e l’interpretazione che lo stesso Euripide ha inteso dare al suo ultimo dramma nella chiave di uno sgretolamento del mito degli eroi”.

Anche Paolo Magelli ha rintracciato nella sua Medea senecana elementi di modernità, prendendo apertamente posizione a suo favore. “Medea – ha spiegato il regista – è la donna che ha aperto la via del mare e si avventura per amore alla scoperta del nuovo mondo, un’autentica Ulisse donna che Seneca ha fissato nel canone della madre che uccide i figli per non lasciarsi a una società corrotta e sbagliata”.