Cara sentinella ti scrivo….

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sentinelle

Cara Sentinella in piedi, ti scrivo. Così ti distrai un po’. E siccome ti piace leggere, magari leggerai anche questa mia. (E scusa l’informalità del tu, ma tra gente comune che frequenta la piazza e  i libri, mi pare più naturale).

Ti scrivo per porti qualche domanda, se ti va. Sono cose che avrei voluto chiederti di persona, durante il tuo picchetto che – secondo quanto riporta il tuo sito – si è tenuto a Ragusa il 23 maggio scorso, ma non avendoti trovato, mi sono rimaste qui, sulla punta della lingua. Non fa nulla, dai, se posso te le scrivo qui. Posso? Bene.

Secondo quale nuovo paradigma interpretativo riesci a tenere insieme i concetti per cui (e cito di nuovo il tuo sito): “vegli su quanto accade nella società denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà” e, quindi, resti silente, mesto e dritto in piazza a manifestare contro il diritto di alcune persone – persone come me e come te, persone che anche tu di sicuro conosci – di vivere una vita normale? Sei proprio così certo che il matrimonio, l’unione, l’amore tra persone dello stesso sesso sia “un’occasione per distruggere l’uomo e la civiltà”? Te lo chiedo perché a me, personalmente, il banale e contrito gesto tuo e dei tuoi amici affinché ad alcune persone, nell’Italia del XXI secolo, siano negati dei diritti è una cosa che non so se metta più tristezza o più paura.

Ti è mai venuto in mente, Sentinella, di andare a manifestare in Piazza San Pietro, là dove si sta consumando una battaglia intestina tra le posizioni oltranziste della Curia di Santa Madre Ecclesia, per cui il matrimonio gay “è una sconfitta per l’umanità” (al pari di quella di qualche secolo fa quando fu dimostrato che la terra girava intorno al sole e non il contrario?), e la voce dell’attuale Pontefice (costruttore di ponti) che qualche mese fa si è spinto a dire: “Chi sono io per giudicare un omosessuale”? Oppure pensi che, essendo La Repubblica l’unico giornale che Bergoglio dice di leggere, si tratti di un grave abbaglio che il Papa si è preso, lasciandosi irretire dalle posizioni secolarizzate dell’intellighentia italiana che chiede alla Chiesa di aprirsi al dialogo, al confronto, alla generosa (e cristiana, mi vien da dire) comprensione delle altrui legittime istanze e dell’altrui modo d’essere?

Io lo so che non hai nulla contro i gay, amica Sentinella. E ci mancherebbe. Ma allora perché ti ostini a giudicarli? A giudicare, cioè, il loro bisogno di amare, di unione, di stare insieme. Il loro desiderio di amore totale. Pensi davvero che non possano essere buoni mariti o buone mogli? A parte questa sciagurata e inveterata tentazione di guardare sempre le altrui pagliuzze e mai le proprie travi, sai dirmi se e dove esista il decalogo del marito e della moglie perfetta? A me nessuno ha dato la patente di sposo, quando ho detto sì, con la voce e col cuore, a mia moglie. Amare è una scuola quotidiana, mi viene da dire. Una scoperta e un cammino, una fatica e una festa da vivere ogni giorno. E non venirmi a dire che solo un’unione “naturale” e tradizionale consente di vivere appieno questo percorso, perché credo basti guardarsi in giro per capire che i frutti di questa “naturalità” non ci hanno regalato il migliore dei mondi possibile.

Ma non hai mai pensato, mia cara Sentinella, di portare la tua protesta in piazza per manifestare tutta la tua indignazione, la tua contrarietà, il tuo schifo anche contro gli abusi di natura sessuale di cui si sono macchiati non pochi preti nei confronti di piccole e innocenti pecorelle smarrite? Che ne diresti di organizzare una delle vostre veglie silenti anche per urlare contro questa sconcezza (passata e presente), magari cercando la collaborazione di altri, pronti a stare in piazza, leggendo insieme Plotino e Sant’Agostino che sulla corporeità hanno scritto pagine stupende?

A proposito, come li scegli i libri che ti porti da leggere in piazza? È una scelta ragionata, meditata, oculata o è il frutto del caso, della fretta, del “non è importante cosa leggo, quanto mostrare che io leggo, studio, conosco”? E infine, ti viene facile leggere, nell’ora di picchetto in cui te ne stai fermo e dritto, mentre intorno a te il mondo cammina, ruota e avanza? Riesci a stare concentrato sulle pagine, sulle frasi? Ne impari qualcuna a memoria, le fissi nella mente, le sottolinei con la matita? Oppure in quella presenza fisica, corporea, statica la tua mente e il tuo cuore vagano altrove, magari dentro. Magari spingendosi a chiederti perché… perché te ne stai lì, ritto come un fusto ostinato che non si piega al vento primaverile del cambiamento, intento a impedire ad altri uomini e altre donne la possibilità di vivere pacificamente e liberamente in una comunità (laica) e in uno Stato (di diritto) che prenda atto della pluralità delle scelte etiche e delle pratiche di vita?

Ecco, Sentinella mia, ho finito. Queste sono le mie domande. Anzi, no: ne ho un’altra. Lo sai, vero, che chi si batte per le unioni degli omosessuali non significa che debba poi sposarsi con una/o di loro? Basta così, davvero. Spero tu voglia prendere in considerazione queste righe. Puoi anche pensarci su, prima di rispondere. Sono disposto ad aspettare e ad ascoltare.

Un abbraccio, pudicamente fraterno,

Matteo