Orgoglio gay e lesbiche, a Noto la prima edizione del Giacinto nature LGBT

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giacinto

Si svolgerà a Noto, sabato 1 e domenica 2 agosto, la prima edizione del Giacinto – nature LGBT, un Festival dedicato alla cultura omosessuale. Centro nevralgico del Festival sarà il prestigioso cortile del Convitto Ragusa, palazzo storico nel cuore della città, ma la manifestazione contagerà tutto il centro storico di Noto con varie iniziative.

L‘attenzione ai diritti e doveri del cittadino da un lato e la rivendicazione delle libertà dell’individuo dall’altro, che animano fortemente l’odierno dibattito politico e sociale, fanno emergere l’urgenza di una riflessione sullo status della comunità LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender). Una comunità dichiara l’attore Luigi Tabita, ideatore e direttore artistico del Festival – in continua rivoluzione per l’affermazione dei propri diritti, eppure già proiettata in un futuro che la possa riconoscere parte integrante delle strutture sociali, etiche e legali. Si è pensato, dunque, di compiere un viaggio, già iniziato lo scorso anno con l’evento ‘Coppia: sostantivo plurale’, svoltosi a Noto in occasione della Giornata contro l’omofobia, all’interno delle diverse identità sessuali, approfondendone i poliedrici aspetti e affermando la pluralità della natura, per demolire certi stereotipi, frutto di una cattiva informazione che crea solo ostilità e, spesso, violenza”.

Nelle due giornate durante le quali si svolgerà il Festival infatti una serie di manifestazioni ed attività, tra cui la mostra fotografica dell’attivista Lgbt sudafricana Zanele Muholi, la proiezione del docu-film di Vincenzo Monaco Ci chiamano diversi”, e moltissime altre iniziative, racconteranno diverse realtà e tematiche inerenti la comunità LGBT al fine di divulgare una corretta informazione e abbattere stereotipi e pregiudizi.

Da anni sono impegnato nella lotta per le pari opportunità, contro ogni forma di discriminazione e nella difesa dei diritti civili continua Tabita – già nel titolo del festival difatti è racchiuso un messaggio molto importante. Una delle storie d’amore omosessuale più belle della mitologia greca è quella tra Giacinto, principe spartano di straordinaria bellezza, ed il dio Apollo. Ebbene, il riferimento a questo mito, alla nostra storia, al nostro passato vuole dare un taglio preciso al Festival: si parlerà di Cultura, di Amore e Diritti, e si cercherà di abbattere quegli odiosi stereotipi che sono cosí radicati nella cultura d’oggi. Ma il giacinto, ovviamente, è anche un fiore. Penso sia importante anche avere questo elemento della natura, dato che la comunità omosessuale è spesso definita contro-natura: ho voluto comunicare che la natura è plurale. Che la natura non è una sola, ma sono tante le espressioni in cui si manifesta, e tutte debbono essere accolte e rispettate senza pregiudizi o timori.”

 Madrina del Festival, che vedrà tra i partecipanti nomi importanti della politica, della cultura e dello spettacolo come Giovanna Martelli, consigliera del Presidente del Consiglio dei ministri per le Pari Opportunità, Fabio Canino, Alessandro Fullin, sarà Francesca Vecchioni, figlia del cantautore Roberto. Per questa prima edizione del festival, si legge nella nota – si è scelto di affidare il ruolo di madrina a Francesca Vecchioni, figlia del cantautore Roberto, ma soprattutto modello di donna lesbica che ha deciso di condurre la sua personale battaglia di civiltà sulla naturalezza delle proprie emozioni, costruendo con la sua compagna e due gemelline la propria famiglia.

Importante intervento al Festival anche quello di Ioana Ghilvaciu, pastora della Chiesa Evangelica Battista che tra l’altro ha preso parte anche al recente Catania Pride, riconfermando in questo modo, la vicinanza delle Chiese Cristiane Evangeliche a tutti gli esseri umani senza alcuna distinzione. “Fratelli e sorelle, – si legge in un frammento del sermone della pastora Ioana Ghilvaciu – l’orientamento sessuale non deve essere motivo di discriminazione, ma accolto nella molteplicità e nella complessità delle identità. I membri della comunità non vengono ridotti a una componente della loro identità ma portatori e portatrici di identità multipla.”