“Qui non ci devi più stare”, e gli brucia il portone come in una faida. Bambina rimane intossicata

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Una faida a Ibla

Una vera e propria faida tra vicini in corso Mazzini. E’ una storia che ha dell’incredibile quella ricostruita dai carabinieri che hanno arrestato una donna per incendio doloso e altri diversi reati commessi in flagranza l’altra notte.

Il fatto è scaturito al termine di diverse liti di vicinato ed è connesso con l’accoltellamento che c’era stato il 14 agosto scorso lungo la stessa via.

I carabinieri di Ibla avevano raccolto confidenze da parenti sia della vittima sia dell’aggressore scoprendo che mentre quest’ultimo – che è ancora in carcere – si era assentato da Ragusa per frequentare un centro di recupero, la fidanzata lo aveva lasciato per un altro, e secondo l’aggressore l’accoltellato avrebbe avuto la colpa di aver agevolato tale relazione ospitando il nuovo fidanzato a casa propria.

Sia prima che dopo l’accoltellamento, la vittima era stata ‘invitata’ a non ritornare in via Mazzini ma, all’uscita dall’ospedale, pur avendo fatto il possibile il comune di Ragusa per trovargli una nuova casa, era finito ad abitare lungo la stessa via, a poche centinaia di metri.

Una parente dell’accoltellatore, una pregiudicata ragusana di 28 anni, per (ha affermato essa stessa) far meglio comprendere all’accoltellato che se ne doveva andare, ha ben pensato di procurarsi una bottiglia di plastica piena di benzina e di versargliela sul portone di casa. Dopodiché gli ha dato fuoco.

Infine, mentre i vigili del fuoco accorrevano per spegnere le fiamme, ha anche avuto l’idea di telefonare al 112 e al 113 per comunicare quanto aveva fatto e i motivi per cui l’aveva fatto. Nel frattempo il vigili del fuoco avevano spento le fiamme, ma purtroppo una bambina del quartiere è rimasta intossicata dai fumi sicché è dovuta ricorrere alle cure del pronto soccorso.

I carabinieri dell’aliquota radiomobile e di Ibla sono andati a cercarla a casa ma nel frattempo, forse capita la gravità del gesto, la donna era scappata.

È stata rintracciata e arrestata dalle parti di piazza San Domenico.

Accompagnata in caserma e sottoposta a rilievi foto-dattiloscopici, è stata indagata per i reati di incendio doloso aggravato (reato che prevede fino a 7 anni di reclusione), minaccia aggravata, lesioni personali (contro la bimba intossicata) e porto abusivo di coltello (nel corso della perquisizione personale le è stato infatti trovato un coltello pieghevole nella borsa).

Informato il pubblico ministero, la donna è stata accompagnata al carcere femminile di Catania Piazza Lanza.