Legambiente contro i ‘pennelli’: Posidonia oceanica a rischio cementificazione

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Posidonia oceanica a rischio cementificazione

Nuovo capitolo nella querelle sulla creazione di “pennelli” lungo la fascia costiera. Si tratta di barriere, pensate per combattere l’erosione costiera, ma che secondo Legambiente sarebbero inutili e dannose.

Gli ambientalisti, adesso, paventano il rischio di “cementificare”, nella zona di Casuzze, la posidonia oceanica, “pianta marina, endemica del Mediterraneo, che forma delle praterie subacquee di straordinaria importanza: esse hanno un ruolo, tra l’altro, nella trasparenza e ossigenazione del mare, come area di sviluppo e di alimentazione di diversi animali marini, ed anche una funzione antierosiva in quanto smorzano l’intensità delle onde”.

Legambiente spiega che la presenza di tale pianta non sarebbe stata menzionata nella relazione per la Valutazione d’impatto ambientale.

“Ma niente paura, Legambiente Ragusa e Centro Subacqueo Ibleo, in collaborazione con l’Università di Cadice – si legge in una nota -, hanno recentemente provveduto, senza oneri per la collettività, a colmare tale gravissima lacuna, non solo segnalando, ma anche riportando su carta la posidonia scomparsa che così miracolosamente è ritornata fra noi”.

Da Legambiente quindi è stata inviata una precisa richiesta agli Enti preposti alle autorizzazioni per “rivedere in senso negativo il parere dato su tale opera, che, paradossalmente, avrebbe l’obiettivo, tramite la spesa di pubblico denaro, di evitare fenomeni erosivi andando a danneggiare una specie, la posidonia appunto, che funge naturalmente da antierosione senza alcun costo per la collettività”.

La questione della realizzazione dei pennelli è stata nel recente passato oggetto di dure critiche di Legambiente nei confronti della Soprintendenza.