Punta il coltello contro un neonato e urla alla madre: “Se non fai l’amore con me ammazzo tuo figlio”

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Non fai sesso con me? E io ammazzo tuo figlio

Le Volanti del Commissariato di Polizia di Vittoria hanno effettuato, in centro abitato, su richiesta della vittima un intervento a causa di una lite tra coinquilini. I poliziotti giunti sul posto hanno notato la presenza, sul marciapiede antistante l’abitazione segnalata, di vistose tracce di sangue e sul pianerottolo d’ingresso un uomo che impugnava nella mano destra un grande coltello a seghetto. Una volta assicurato il malintenzionato, i poliziotti hanno ricostruito la vicenda acquisendo la testimonianza di una ragazza di 35 anni, di origine marocchina, domiciliata presso quell’abitazione che condivide con tre suoi connazionali e che era vittima di violenza ed aveva richiesto l’intervento della Polizia.

La donna ha riferito che da un po’ di tempo era vittima di particolari attenzioni, di natura sessuale, da parte del suo coinquilino il quale più volte aveva tentato degli approcci mai andati a buon fine per il suo netto rifiuto.

Nel corso della sera, avendo necessità di utilizzare il bagno comune al fine di lavare il figlio di appena 40 giorni, per la dislocazione delle camere nell’alloggio, era costretta a transitare dalla stanza utilizzata dal balordo. Al suo passaggio, quest’ultimo, probabilmente ubriaco, l’ha afferrata per la maglietta e, strattonandola con violenza, in lingua araba le ha urlato: “Perché non vuoi fare l’amore con me?”.

La donna temendo per la sua incolumità e per quella del suo piccolo che teneva in braccio, anche in considerazione dello stato di ubriachezza in cui versava il suo aggressore, lo ha allontanato spingendolo e scatenando in lui una reazione del tutto spropositata. L’energumeno ha afferrato un coltello che era su un tavolino e l’ha puntato verso il neonato: “Ora ammazzo tuo figlio”.

Ha sferrato un fendente contro la donna. La poveretta l’ha schivato con la mano ferendosi a un dito. Poi l’ha strattonata, e finalmente la ragazza è riuscita a fuggire in strada e a chiedere aiuto. Anche un connazionale, che abita con loro, ha provato a calmare il balordo, ma non c’è riuscito. Finalmente la Polizia lo ha bloccato.

E’ in carcere per minacce gravi e lesioni personali aggravate dall’uso dell’arma.