Stefania Campo: “Queste dimissioni non rappresentano un’ammissione di colpa, tutt’altro”

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Queste dimissioni non rappresentano un’ammissione di colpa, tutt’altro. Sono frutto, semplicemente, del senso di responsabilità nei confronti del Movimento cinque stelle, il ‘mio’ movimento. Ci siamo contraddistinti per i principi di trasparenza, legalità ed onestà. Per il fatto di non essere legati alle poltrone a tutti i costi, anche calpestando ogni principio politico ed etico. Noi non siamo così, siamo diversi. Per cui ho reputato opportuno fare un passo indietro, fino a quando su di me ci saranno delle ombre”.

È decisa, Stefania Campo, nel giorno in cui ha rassegnato le dimissioni da componente della Giunta Piccitto. Un gesto ampliamente spiegato ne corso di una conferenza stampa convocata dalla “cittadina” Stefania, a pochi passi dal palazzo di Città, nei locali del Centro servizi culturali di via Diaz. A sostenere l’ex assessore diversi attivisti pentastellati, qualche consigliere e la breve dichiarazione del primo cittadino: “Prendo atto di una decisione sicuramente da apprezzare e rispettare e che per l’ennesima volta dimostra la diversità del nostro modo di intendere il servizio alla città. Una scelta quindi, che fa onore a Stefania, con la quale sono fiero di aver lavorato finora non solo per le grandi capacità dimostrate nel proprio impegno quotidiano ma anche per il preziosissimo contributo umano che ha saputo dare fin dall’inizio del mandato”.

Il gesto di Stefania Campo spegne i riflettori su una vicenda che ha raggiunto contorni inaccettabili per l’ex assessore: “Sono stata accusata da un organo di stampa di aver fatto pressioni, nel 2014, nei confronti della cooperativa vincitrice dell’appalto per la lettura dei contatori idrici – ha sintetizzato – al fine di garantire il posto di lavoro a mio marito. Come? Con la mia presenza fisica, con la sola imposizione dello sguardo, nel corso di un incontro in un bar”.

“In realtà – spiega – la cooperativa per obbligo di legge doveva assumere il personale in forza negli anni precedenti e tra di questi rientrava mio marito, dal 2012 e quindi prima del mio insediamento. Lo impone un bando – sottolinea – per nulla vago e visibile a tutti sul sito istituzionale del Comune”. Un incontro quindi “casuale e fortuito”, che l’ex assessore reputò sul momento “insignificante” e che adesso definisce uno “scivolone”.

Questa la colpa che ha macchiato la coscienza pentastellata di un amministratore e di una Giunta? “Un’altra accusa è stata mossa nei confronti di mia madre, presente ad un incontro al Comune coi responsabili della cooperativa in questione, in realtà per risolvere problematiche generali e solamente perché funzionario comunale del settore di riferimento, da ben 35 anni”.

Ed ancora, terza accusa, “l’assunzione di mio marito nell’ultimo bando di gara, unico degli ex dipendenti solamente perché l’unico tra il vecchio personale che ha accettato le nuove condizioni lavorative che prevedono una paga notevolmente ridotta”. Spiegazioni che la Campo ha illustrato in maniera cristallina e che però non bastano, sembrerebbe a chi guida il movimento a Roma, per chiarire definitivamente la vicenda e proseguire come amministratore a Palazzo dell’Aquila.

“Sono state gettate delle ombre sulla mia figura e io sto semplicemente rispettando i principi del Movimento cinque stelle”, ha detto, spiegando di rappresentare un movimento di risonanza nazionale ed assicurando che continuerà a cercare giustizia – per lei e per la sua famiglia – da privata cittadina, procedendo per vie legali. “Quando dimostrerò ufficialmente che tutte le accuse che mi sono state mosse sono infondate non è detto che io non possa rientrate in Giunta”.

Una possibilità che qualche consigliere pentastellato, a fianco ieri della Campo, ha ripetuto più volte ma che appare veramente improbabile anche allo stesso assessore che, con un sorriso gentile, non ha risposto quando le è stato chiesto se la scelta del sindaco di trattenere a sé le deleghe alla Cultura e Spettacoli indicava proprio la volontà di lasciare una porta aperta, in tempi rapidi, al suo ritorno a Palazzo dell’Aquila.

Stefania Campo tira dritto, con lo sguardo fiero che si è intenerito per alcuni attimi: “In questi giorni ho ricevuto tantissimi messaggi di solidarietà, da privati cittadini e dalle associazioni – ha concluso – voglio ringraziare tutti perché questo arricchisce il mio gesto che non considero affatto una sconfitta, bensì una vittoria personale”.

E se di vittoria personale si tratta, certamente meno vincitore esce proprio il Movimento e l’Amministrazione che pare aver sacrificato “una pedina” in nome di una partita ben più grande e di cui al momento non si scorge il reale scopo.

[Fonte La Sicilia]