Forza Italia Ragusa: “Sulla vertenza Versalis registriamo l’assordante silenzio del sindaco Piccitto”

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Bilancio, Forza Italia bacchetta la giunta

Non sempre può essere l’ideologia a prevalere.

In questo caso al di là delle posizioni assunte in materia di idrocarburi e perforazioni, ciò che deve interessare ad un amministratore è il supremo interesse per il mantenimento dei posti di lavoro. Nell’impianto gestito ad oggi da Versalis a Ragusa ci sono ben 450 persone che lavorano, tra 130 dipendenti e il resto è rappresentato dall’indotto.

Su questo un sindaco non può tacere!”.

E’ la posizione espressa dai consiglieri di Forza Italia Maurizio Tumino, Giorgio Mirabella e Giuseppe Lo Destro.

Stiamo parlando – hanno proseguito i tre consiglieri – di un impianto esistente nel capoluogo dal 1956 che ha migliorato sensibilmente il tenore di vita delle famiglie ragusane, che ha dato posti di lavoro, che ha messo in moto un virtuoso sistema economico e su cui oggi ci sono tante incertezze. A fronte di tutto ciò, come fatto in altre occasioni da parte di sindaci di realtà differenti dalla nostra scesi in campo per sostenere lavoratori e le loro famiglie, noi invece assistiamo ad un primo cittadino trincerato dietro le proprie idee che in questo caso non hanno alcuna rilevanza. Dinnanzi la precarietà del posto di lavoro di padri di famiglia, l’ideologia è bene metterla da parte ed invece sarebbe bene assumere una posizione per verificare una piattaforma comune insieme ai rappresentanti sindacali.

Ancora una volta, come accaduto nel recente passato con vicende analoghe, ciò che registriamo è fuori dal tempo: un sindaco che non si esprime, non interviene come se quanto si sta consumando sul territorio ragusano non sia di sua pertinenza.

Dinnanzi a un simile atteggiamento – concludono i tre consiglieri di Forza Italia – presenteremo un ordine del giorno con la firma di tutti i consiglieri comunali che hanno a cuore le sorti della chimica nella città di Ragusa, per chiedere di monitorare l’intera vicenda e di salvaguardare i posti di lavoro. A chiedercelo sono proprio i lavoratori che rappresentiamo andando oltre le appartenenze politiche o partitiche, qui la vicenda è di tutt’altra natura e chi tace farebbe bene a rendersene conto una volta per tutte”.