‘Non toccate quelle croci’. L’appello di Gianni Iurato per salvare un pezzo di storia

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Dopo una serie di ricerche storiche in archivio ed una serie di sopralluoghi, Gianni Iurato, cittadino ragusano, ha ricostruito un pezzo di storia iblea che rischia di essere cancellata per sempre.

La denuncia arriva tramite un corposo documento pubblicato sui social, che ricostruisce la serie di eventi che ha portato, nel luglio del 1943, alla realizzazione di un piccolissimo campo nel cimitero monumentale di Ragusa Ibla che accoglieva le spoglie di due soldati tedeschi ignoti “probabilmente della Luftwaffe.”, sottolinea. “Per moltissimi anni gli anziani e le mamme ragusane pregarono sulle tombe di questi due soldati – dichiara – lasciando fiori e rosari, sperando di sostituire le loro madri tedesche le quali piansero figli mai trovati con lacrime che non videro mai sollievo. Le autorità Civili e Militari locali, il 4 Novembre fino a qualche decennio fa, vi posero corone di alloro”. Un campo che dopo 73 anni rischia di essere cementificato. “Il lotto di proprietà comunale – ha verificato Gianni Iurato recandosi presso gli uffici competenti – è stato già assegnato e presto verrà edificato”. Una scelta che cancellerebbe per sempre la memoria della “storia cosiddetta ingiustamente minore”. Quindi Iurato rivolge un appello alla cittadinanza: “Oggi quel piccolo campo con le sue due croci potrebbe essere conservato per diventare il simbolo ed il luogo che a Ragusa rappresenta e ricorda la tragedia delle centinaia di migliaia di soldati ignoti di tutte le nazionalità, che furono la terribile disperazione delle madri che non ebbero un luogo dove piangere i propri figli e per quelle mamme che fino alla fine dei loro giorni aspettarono invano che i propri figli ritornassero a casa”.

Riflettori accesi quindi, grazie a questo cittadino, appassionato di storia, tanto da vantare un “archivio collezionistico privato cartaceo che conta un migliaio e più di documenti storici raccolti in quasi 30 anni di attività collezionistica riguardante la Prima e Seconda Guerra Mondiale”. Iurato annuncia che chiederà un colloquio col sindaco per esporre la questione e sperare di salvaguardare il luogo che custodisce un frammento di storia del territorio ragusano.

Una storia che ci riporta tra la fine del 1940 e l’inizio del 1941, quando all’aeroporto militare di Comiso arrivarono i primi aerei tedeschi della Luftwaffe per dare man forte alla Regia Aeronautica Militare Italiana per il controllo del Canale di Sicilia nonché per incrementare e pianificare le missioni aeree contro la roccaforte inglese dell’Isola di Malta. “In questo periodo – racconta Gianni Iurato – i tedeschi della Luftwaffe in servizio a Comiso, riuscirono ad ottenere dalle Autorità Governative italiane l’assegnazione dell’Ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa Ibla trasformandolo in Ospedale Militare Tedesco che divenne il punto di riferimento medico chirurgico di tutte le truppe tedesche presenti nella provincia di Ragusa (dal gennaio 1941 al 10 Luglio del 1943)”. I corpi dei due soldati tedeschi morti l’8 luglio del 1943, ricostruisce dalle ricerche d’archivio Iurato, furono lasciati a Ibla quando i tedeschi ripiegarono verso Comiso per l’arrivo in Sicilia degli alleati. “Durante la notte del 10 luglio del 1943, anche nelle spiagge del ragusano sbarcano gli inglesi/canadesi zona Marza (Ispica) e gli americani zona Punta Braccetto (Ragusa), prendendo il possesso della città di Ragusa. Per cui, il 13 luglio del 1943 (come si evince dagli archivi comunali), i due corpi dei soldati tedeschi privi di piastrino di riconoscimento e privi della loro divisa, vengono seppelliti in un piccolissimo campo di 3 metri per 3 metri del Cimitero Monumentale di Ragusa Ibla. Nelle loro sepolture (nella nuda terra), vengono posizionate 2 artistiche croci in pietra scolpite a mano con un cartello appeso con la scritta ‘soldato tedesco ignoto’. Sempre grazie agli archivi, leggo che il 21 dicembre del 1943 questi due salme vengono esumate dai soldati inglesi e trasferite presso il Cimitero di Guerra (probabilmente presso il Cimitero di Guerra di Ponte Olivo a Gela”.

Una vicenda riportata a galla grazie alla passione per la ricerca storica, che però potrebbe anche aver innescato il meccanismo di riassegnazione del lotto in questione. “Per 73 anni non è stato riassegnato nonostante il Cimitero di Ibla sia stato più volte ampliato ed adesso si sta provvedendo all’assegnazione per una nuova costruzione”. Per questo motivo Gianni Iurato ha chiesto di poter parlare col sindaco Federico Piccitto, sperando che il primo cittadino condivida la battaglia condotta per amore della storia, anche quella cosiddetta minore.