Bollette idriche, la ‘stangata’ dello Stato si abbatte sui cittadini italiani

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Ti tagliamo i trasferimenti, ma tu fai pagare i cittadini. E’ una delle ‘magie’ del federalismo fiscale che obbliga le amministrazioni locali a diventare esattori delle tasse. Qualche anno fa la ‘mazzata’ per i rifiuti, adesso arriva quella per l’idrico.

Da quest’anno, pena il pagamento di sanzioni che possono arrivare fino a 10 milioni di euro, gli enti gestori del servizio idrico, dovranno far pagare ai cittadini il cento per cento del costo del servizio. Per capirci, i Comuni non potranno far risparmiare un euro ai cittadini sostenendo una parte dei costi. Nel caso di Ragusa è lo stesso comune che gestisce il servizio, che poi si avvale di una cooperativa sociale per la gestione degli impianti di sollevamento e delle condutture.

Già dal 2011 l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, che per legge è responsabile delle tariffe, ha definito regole per il calcolo dei costi ammissibili, cioè quelli che poi bisogna ripartire tra tutti i cittadini. Oltre alle tariffe ha stabilito anche le sanzioni per gli enti che non ottemperano. Dopo una prima fase, ora l’autorità non vuole più ‘scuse’.

Entro il 30 aprile tutti gli enti devono applicare il nuovo metodo tariffario stabilito dall’autorità stessa. Che, in due parole, vuol dire far pagare di più ai cittadini.

Un vero e proprio ‘terremoto’, soprattutto in quei centri dove il servizio è più costoso. Ragusa è penalizzata per due motivi. La conformazione orografica rende necessario il sollevamento, con costi molto alti per il consumo di energia elettrica. Secondo motivo: mai nessuna amministrazione ha avviato una seria opera di sostituzione della condotta idrica che in alcuni punti perde anche il 70 per cento dell’acqua.

Risultato? Il servizio costa tanto e da quest’anno lo Stato impone che a pagare sia interamente il cittadino. Come accade per i rifiuti, dove abbassando i costi con la differenziata caleranno le ‘bollette’ per i cittadini, anche per l’idrico i lavori avviati dal Comune (anche se la Regione finora ha ‘sganciato’ poco dei contributi già assegnati) per la sostituzione dei tratti di condotta colabrodo faranno calare perdite e spese.

In questa situazione di diktat dell’Autorità, la Regione non batte ciglio. Nessun intervento, ad oggi, per mediare. E così, in queste ore, il Comune di Ragusa, come quelli di tutta Italia, dovranno adeguarsi all’imposizione.

[Fonte Giornale di Sicilia]