Giovanni Moscato: “Non c’entro nulla con queste indagini”. Ecco il video

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In un video di 5 minuti il candidato sindaco, Giovanni Moscato, interviene in merito alla notizia relativa a un avviso di garanzia che riguarda nove persone. Commentando quanto riportato nelle pagine del decreto della Procura etnea, Moscato ribadisce: “Non c’entro nulla con queste indagini”. E aggiunge: “I due collaboratori di giustizia non citano il mio nome in nessuna maniera, in nessun atto d’indagine”.

Ecco il testo di una lettera aperta 

“Cari amici,
come credo sia noto a tutti, stamattina ho ricevuto un avviso di garanzia ed ho subito una perquisizione all’interno del mio comitato elettorale da parte di personale di Polizia Giudiziaria delegata dalla Procura Distrettuale di Catania.

Sono indagato per un reato che mi fa paura solo a nominare: voto di scambio politico – mafioso.
Quale uomo di legge, quale sono, faccio fatica sinceramente a comprendere i motivi per cui mi trovo sottoposto a questa terribile prova, a soli due giorni dal voto di ballottaggio e dalla vittoria elettorale che sento ormai prossima e certa.

Sento il dovere di comunicarVi tutto quello che so. All’interno degli atti in mio possesso non c’è una dichiarazione di accusa, da parte dei collaboratori di giustizia, nei miei confronti.
L’indagine nasce da dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, che parlano diffusamente e con dovizia di particolari dell’AIUTO fornito dal clan Carbonaro –Dominante ad alcuni esponenti politici del vittoriese.
Ciò sarebbe avvenuto sia nelle passate competizioni elettorali, ossia le elezioni per il sindaco di Vittoria, che per quelle regionali del 2012, nelle quali io non ero candidato.
Ebbene, i due collaboratori di giustizia non hanno mai pronunciato il mio nome, ma quello di parecchi altri miei avversari politici.

Perché allora ci sono io in mezzo a questo ciclone, per fatti che io per primo ho da sempre denunciato?
La risposta è: perché tra gli altri otto indagati, compare il nome di un candidato della lista collegata alla mia coalizione, Cesare Campailla, accusato dello stesso reato. Nessuna condotta specifica ulteriore mi viene rimproverata dai magistrati della Procura Etnea.
Ho avuto modo di conoscere la serietà, l’impegno ed il coraggio di Cesare Campailla.
Uomo che, per le sue battaglie, è stato anche sotto scorta e che sin da quando ha abbracciato il nostro progetto politico, si è sempre contraddistinto per la sua correttezza ed onestà.
La cosa più assurda di questa storia è che secondo la ricostruzione ipotizzata della Procura, lo stesso Campailla avrebbe avuto il potere di determinare l’esito del voto, controllando le preferenze di gruppi malavitosi, veicolandole a proprio piacimento, ma che all’esito dello spoglio del 05/06/2016, non solo non è stato eletto, ma non sarà eletto consigliere neanche all’esito dello spoglio del 19/06/2016 in cui risulterò vincitore.
Quindi, il dato elettorale conferma quella che già appare essere un’accusa inconsistente, ovvero che Cesare Campailla ha ottenuto soltanto 249 voti, che lo hanno relegato al sesto posto della sua lista “Riavvia Vittoria”.

Cari amici, Vi pare possibile che un candidato che sarebbe in grado di veicolare i voti della mafia, ottenga un risultato così modesto??? Soltanto 249 Voti???
Cionondimeno, anche in un momento di dura prova come questo, confido nel lavoro della magistratura alla quale chiedo il più rigoroso e rapido approfondimento investigativo ed alla quale mi sono già rivolto, chiedendo di essere sentito immediatamente per chiarire la mia posizione e per fornire il mio personale contributo alla esatta ricostruzione della vicenda”