Nerina e le altre caprette ‘condannate a morte’, ecco chi le ha salvate

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nerina“Da medico ho lottato continuamente, a volte purtroppo invano, contro la morte. Questa battaglia non volevo perderla”.

Tante le motivazioni che hanno spinto il dottor Vincenzo Adamo a sfidare il sistema, per salvare una famigliola di caprette tibetane-modicane destinate alla macellazione ed incenerimento.

“Dopo mesi di sfide alla cieca burocrazia, finalmente il buon senso ha prevalso”, ha esclamato il cittadino modicano adesso riconosciuto come il tutore degli animali definiti “da compagnia” attraverso un provvedimento sindacale e quindi “graziati”.

La storia, a lieto fine quindi, inizia lo scorso febbraio, quando il gruppo di caprette si presenta nei terreni del dottore che le accoglie e le accudisce.

“Ho un agriturismo con b&b – ha spiegato – per cui ho ritenuto di dover denunciare la presenza di queste “nuove ospiti” all’Asp, per valutarne le buone condizioni. Non sapendolo ho acceso un meccanismo spietato che le avrebbe condannate a morte. Pur godendo di ottimo salute, infatti, queste caprette erano sprovviste del chip di riconoscimento e quindi, per legge, capi da abbattere. Mi sono opposto seguendo tutte le vie possibili, ho inviato lettere al primo cittadino, ho contattato le associazioni locali e persino la stampa. Non potevo accettare che, senza motivo, questa famigliola che mi aveva adottato venisse macellata ed incenerita”.

Il clamore suscitato dal dottor Adamo è servito ad invertire la rotta. È di pochi giorni fa il provvedimento di “grazia” emanato dal sindaco di Modica, che affida le caprette al loro salvatore ridefinendole “animali da compagnia”.

“Nerina e le altre – ha concluso Vincenzo Adamo – continueranno a vivere nella mia campagna, donando gioia e serenità a me ed agli ospiti della mia azienda. La vita è il bene più prezioso, non possiamo permettere che un sistema spesso superficiale calpesti questo principio inviolabile”.