Modica riparte da Franco Ruta. La memoria nutre il futuro

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“Quando chiama Franco siamo tutti presenti”, ha scritto la stilista Marella Ferrera nella lettera che ha fatto arrivare sabato pomeriggio alla Chiesa di San Paolo a Modica, dove è stata presentata la nascita dell’Associazione culturale Franco Ruta. Ed è stato proprio così: erano proprio tutti presenti, moltissimi fisicamente, tanti altri col pensiero da ogni parte d’Italia e del mondo, per ricordare la figura del patron dell’Antica Dolceria Bonajuto, scomparso improvvisamente nel febbraio dello scorso anno, ma soprattutto per iniziare un nuovo percorso nel solco delle sue idee e dei suoi progetti per Modica. “Abbiamo bisogno di tornare a scuola da Franco”, hanno spiegato in premessa i promotori dell’Associazione: “A scuola in particolare per imparare due cose. La prima è come possiamo immaginare questa città: aperta e ambiziosa. La seconda è come continuare a lavorare per alzare due pilastri robusti: la memoria e il futuro. Abbiamo pensato che la nostra memoria di Franco, facendone patrimonio e consapevolezza collettiva, possa servirci ad imparare quella capacità di futuro che era propria di Franco”. 

Dal ricordo “dell’altro Franco”, il tecnico del laboratorio analisi dell’Ospedale Maggiore di Modica, che nel tempo libero si è divertito a fondare la prima Radio modicana – Emmeuno, nel 1975 – e a fare l’editore di libri e di periodici satirici e persino il fotoreporter, fino al Franco Ruta che ha avuto la lungimiranza di lavorare sul recupero della tradizione della cioccolata di Modica e di esportarla nel mondo come “messaggio culturale”, la poliedrica figura di colui che ha consentito al nome della città di essere conosciuto nel mondo è stata ricostruita attraverso le più disparate testimonianze: dal collega di lavoro Pinuccio Lavima al cantante Giovanni Caccamo, dai cuochi del territorio come Vincenzo Candiano, Accursio Craparo, Lorenzo Ruta fino al macellaio toscano Dario Cecchini, da Piero Selvaggio del Valentino di Los Angeles a Salvo Giannone, pasticcere della dolceria, dallo schermidore Giorgio Avola a Filippo Figuera dei Vivai Malvarosa con cui ha riscoperto la ricetta della cioccolata al Gelsomino del Granduca di Toscana, da Angelo Ruta che ha disegnato il primo logo della Dolceria a Marco Lentini che oggi ha disegnato quello dell’Associazione, e così via grazie agli interventi e ai contributi di Marco Blanco, Angelo Barone, Ferdinando Scianna, Faith Willinger, Antonio Colombo e Peppe Causarano, Giovanni Guarneri, Salvatore Modica, Salvatore Tringali, Carmelo Arezzo, Giovanni Criscione, Eugenio Guarducci, Davide Paolini, Lucia Buffo, Ivano Fachin, Sergio Iacono, Salvatore Cannata, Concetta Bonini.

“Fare un’associazione col nome di Franco Ruta – ha concluso Antonello Buscema, presentando a nome dei promotori le linee programmatiche dell’Associazione – vuol dire assumerci la responsabilità di essere un po’ come lui. Vogliamo farci ispirare dalla sua sobrietà e dalla sua misura, che nascondevano una grande vivacità intellettuale. Franco sosteneva che la qualità è lenta ma paga sempre: così per l’Associazione immaginiamo poche ma significative iniziative per la città, capaci di suscitare un dibattito e di lasciare il segno”.  

[Fonte La Sicilia]