Le prime dichiarazioni dei sindaci eletti nel Ragusano

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È il caso di Pozzallo, forse il caso più eclatante in assoluto. L’unico comune ibleo dove si poteva andare al ballottaggio e che invece ha premiato al primo turno Roberto Ammatuna. I pozzallesi hanno scelto l’esperienza di chi ha guidato Palazzo La Pira per dieci anni, dal 1997 al 2007, prima di vestire i panni di parlamentare regionale. Ammatuna ha conquistato una vittoria schiacciante con 4.617 voti (44,10%). Seguono, staccati di molto, Raffaele Monte con 2.661 (25,42%), Pino Asta con 1.228 preferenze (11,73%), Antonella Giannone con 826 (7,89%), Paoletta Susino con 641 (6,12%) e Pietro Storniolo con 497 voti (4,45%). Pozzallo, dunque, emblema non solo dell’ “usato garantito”, ma anche dei mal di pancia di PD e M5S, in caduta libera in molti comuni in tutta Italia e chiamati a sedersi attorno ad un tavolo per una seria analisi introspettiva.

A Santa Croce Camerina non c’era il candidato pentastellato ma quello del PD, sostenuto anche dal sindaco uscente Franca Iurato, che ha riportato una sconfitta netta. Il nuovo Sindaco è Giovanni Barone, che ha saputo far tesoro della bruciante sconfitta di 5 anni fa, maturata per una manciata di voti, e ha radunato attorno a sé molti protagonisti di quella tornata elettorale, all’epoca avversari, mischiandoli ai volti nuovi. E i cittadini lo hanno premiato, dandogli piena fiducia. 2362 i voti ottenuti (il 46%), segue un ‘deluso’ Lucio Schembari con 1739 preferenze (33,9%). Schembari, sindaco della città per dieci anni, dal 2002 al 2012, ha tentato il ritorno, ma Santa Croce ha deciso di rappresentare un’eccezione al trend dell’ “usato garantito”, e ha preferito la novità. Sonora bocciatura, come detto, per il PD di Giovanni Di Bari, che racimola appena 834 voti (16,2%). Chiude Pluchino con 190 voti (3,7%). “Mi sento leggero, sereno e con tanta voglia di fare – ha dichiarato Barone questa mattina – e speriamo di poterci insediare al più presto per cominciare subito a rendere il paese più pulito e sicuro. Siamo in estate, quindi daremo incarico ad una ditta per i servizi di balneazione e per il traffico nelle borgate. La prima giunta sarà dedicata a questo”. A chi gli chiede se si aspettasse questo risultato, lui risponde: “Ero ottimista, perché avevo parlato con tante persone e avevo avuto modo di tastare il polso della città, ma non immaginavo numeri così netti. Questa è stata la vittoria dell’orgoglio santacrocese, i cittadini hanno visto in me la persona giusta per rappresentarli, ho toccato temi che stanno loro a cuore e loro hanno risposto. Adesso iniziamo a cambiare tutto e io stesso cambierò stile di vita, a letto un po’ prima del consueto la sera e sveglia più presto al mattino per verificare che in città tutto funzioni, prima di andare a lavorare. Chiedo la collaborazione di tutti, non solo di chi mi ha votato ma anche dei miei avversari politici e dei loro sostenitori perché per governare bene serve unità”.

Anche Chiaramonte Gulfi sceglie l’esperienza. Sebastiano Gurrieri, sindaco dal 1993 al 2001 e parlamentare all’Ars fino al 2006 ha staccato tutti senza problemi spegnendo le speranze di bis per il sindaco uscente Vito Fornaro, il cui operato, quindi, non ha convinto gli abitanti del comune montano. 1359 i voti per il neo sindaco (il 27,3%), Gaetano Iacono si ferma a 1213 (24,4%), Mario Cutello a 1221 (24,5%), Fornaro a 988 (19,8%). Fanalino di coda il candidato dei 5 stelle Vittorio Gueli con 186 voti (3,7%). Stando alle prime informazioni, non ufficiali, sulla nuova geografia del consiglio comunale, ben 8 seggi potrebbero andare a Gurrieri che quindi entrerebbe con la squadra al completo perché gli altri 4 sono gli assessori designati. Entrerebbe anche Mario Cutello, in quanto secondo, e la sua lista guadagnerebbe tre scranni.

Bartolo Giaquinta è stato l’unico sindaco uscente, insieme a Vito Fornaro, a tentare il bis. Ma, a differenza del collega di Chiaramonte, ha centrato l’obiettivo. 1107 i voti ottenuti (53%) contro i 979 (46,9%) dell’avversario Salvatore Iacono. 88 sono state le schede non valide, di cui 6 bianche. “Sicuramente si tratta di un riconoscimento al lavoro fatto, in un periodo in cui chi amministra è costretto a prendere decisioni difficili e a sfidare un’antipolitica galoppante. – ha dichiarato Giaquinta, che rivela – Eravamo ottimisti, anche se non potevamo sapere in che termini la vittoria si sarebbe profilata. Mi sono impegnato molto e ho lavorato duro per cinque anni, e i cittadini hanno riconosciuto e premiato ciò. Credo mi abbiano dato di nuovo fiducia per l’immagine di serietà e sicurezza data in questi anni, in un momento in cui le amministrazioni a fatica riescono a garantire stabilità alla condotta amministrativa”.

A Monterosso Almo il nuovo sindaco è Salvatore Pagano, che 5 anni fa si era visto scivolare tra le mani la fascia tricolore per pochissimo e che da allora non ha mai smesso di fare campagna elettorale. Questa volta l’avversario era Antonio Benincasa, 762 voti per lui (37,8%) mentre Pagano arriva a 1253 (62,1%). Le schede non valide sono state 61, 10 quelle bianche. “È stata una gran bella vittoria, frutto di un percorso iniziato 5 anni fa, quando tutto è sfumato per appena 36 voti. Avevamo ottenuto la maggioranza, e con la legge elettorale attuale sarei stato sindaco anche 5 anni fa, ma così non è stato. Questo mi ha spinto a non fermarmi neanche un secondo, e la coalizione con me. Poche volte si era vinto con uno scarto così netto, e questo vuol dire due cose: che noi abbiamo lavorato bene, ma che l’amministrazione uscente ha lavorato malissimo. Infatti ereditiamo una situazione di cassa molto difficile, quasi di pre-dissesto, e serve un cambio di passo netto. Abbiamo i mezzi e le competenze per invertire questo percorso”.