FestiWall, si chiude la terza edizione. Bellissima l’opera di Van Helten al ‘Marsala’

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Foto di Marcello Bocchieri

È giunta al termine la terza edizione di FestiWall, che quest’anno ha scelto di trasformare il centro storico di Ragusa in un museo a cielo aperto, con la chiusura dell’ultimo muro firmato dall’artista australiano Guido Van Helten dal titolo “L’attesa”.

Come afferma l’artista: «L’opera si trova nel quartiere conosciuto come ‘Marsala’, sul retro del Liceo Umberto I. L’energia di questo luogo appartiene a diverse generazioni ed è radicata nella vita della città, il Marsala è il posto dove gli adolescenti si incontrano quotidianamente per suonare, parlare e passare il tempo. Come uno dei ragazzi mi ha detto “questo è l’unico posto a Ragusa dove possiamo incontrarci e stare insieme”. Il lavoro, che ho intitolato “L’attesa” è una riflessione sulle emozioni tipiche di questo periodo della vita, sulla crescita, sulle scoperte e sull’amore».

«Non possiamo che essere soddisfatti della terza edizione di FestiWall – afferma il Vicesindaco Massimo Iannucci – grazie all’attento lavoro dell’ass. culturale Pandora, anche quest’anno Ragusa ha potuto ammirare 6 grandi artisti internazionali a lavoro su altrettante facciate del centro storico. A questi ultimi va il plauso e il ringraziamento per aver donato alla cittadinanza questi tesori che possono rappresentare un’attrazione in più per i numerosi turisti che già scelgono Ragusa come meta».

Pochi giorni fa il duo catanese GUE, che ha reso omaggio al paesaggio ibleo con “Border”, facciata che cade a strapiombo sulla valle in via Addolorata, strada che unisce il centro storico della città a Ragusa Ibla.

«Il progetto pensato per FestiWall  – dichiarano gli artisti – fa parte di un percorso di evoluzione del nostro codice espressivo: dopo aver dipinto scene astratte con dei personaggi immaginari, abbiamo iniziato a destrutturare queste figure creando un sistema di intersezioni di piani e linee morbide ». “Border” è «Quel filo sottile che lega l’uomo al paesaggio, in un gioco di stratificazioni e scambi fra l’ingegno, la tecnica e il lento procedere del tempo, sviluppa una cartografia specifica del limite variabile della città e del suo prolungamento nel territorio».

I primi a chiudere i muri di FestiWall 2017 sono stati lo spagnolo Sebas Velasco, il francese Zoerism e il russo Marat Morik. Il primo ha scelto come protagonista della sua opera Giorgio “Gino” Nobile, il proprietario di Magic Music, l’unico negozio di vinili della città. Rendendo omaggio alle vibranti note di Ragusa e della sua gente, Sebas Velasco, conosciuto per le sue opere mozzafiato, realizza “Il suonatore Gino”, in cui ritrae Giorgio “Gino” Nobile, da 40 anni proprietario del negozio di dischi che lo ha trasformato in un punto di riferimento della cultura musicale della città.

Poco distante, in una vecchia stazione di servizio su via Marsala, interviene Zoerism, dando prova ancora una volta della sua capacità di fondere strutture meccaniche ad architetture complesse. «In questa vecchia stazione di benzina volevo realizzare qualcosa connesso al luogo – afferma l’artista – il muro si trova in un incrocio tra quattro strade, per questo ho scelto di dipingere una grande macchina che viene sbalzata fuori dal traffico. Ad uno sguardo più attento si nota che l’auto al posto del motore ha i pedali, è un giocattolo, che crea immediatamente un legame con l’aspetto sognante e ludico dell’infanzia».

L’artista russo Marat Morik ha completato il suo muro in Via Nicastro. La composizione, dal titolo “On the way to pescheria”, è un omaggio all’Italia e alla Sicilia, alle contraddizioni della sua cultura in cui bellezza e durezza si confondono. Come racconta l’artista: «L’Italia in generale, e la Sicilia in particolare, mi hanno sempre affascinato. Spesso creo murales che non sono direttamente connessi al paese in cui sono, ma questa volta ho sentito che era importante avere questo collegamento. Crescendo in una delle regioni più fredde della Russia siamo stati esposti alla cultura italiana attraverso libri e vecchi film. Era molto importante per me, invece, andare oltre. L’oggetto del murale è un uomo che va in un mercato di pesce. Sono rimasto sorpreso dalla brutalità e dalla violenza del pescivendolo. L’ho legata all’immagine della strada che ho scattato all’aeroporto mentre viaggiavo verso il festival. Questo mix di retrò e nuovo, il cliché e la sua immagine percepita è ciò che rende l’Italia un posto molto speciale».

La terza edizione di FestiWall, ha visto inoltre la riattivazione del “Quartier Generale”, sede degli eventi collaterali del festival ragusano, grazie alla riapertura al pubblico del “City”, resa possibile dalla collaborazione con il Comune di Ragusa, l’ex ristorante è tornato a vivere, diventando un punto di raccolta e di riferimento per la cittadinanza.

La mostra “Hundred” di Geometric Bang, i live, i djset, i talk, e i workshop per adulti e bambini hanno portato migliaia di persone nel quartier generale, dando il via alla riqualificazione dell’area del parco.

I lavori di quest’anno si inseriscono in un territorio che vive un momento critico, causato dallo spopolamento del centro storico e dalle sue ricadute sull’area urbana, continuando così il focus sul territorio che da sempre è caratteristica di successo del progetto.

L’idea di portare delle opere nel centro storico, realizzate da artisti per lo più stranieri che offrono il loro sguardo altro alla città, crea un dialogo con coloro che vivono i luoghi in cui FestiWall ha scelto di inserirsi, superando la paura dell’altro ed eliminando il rischio di derive razziste. Come affermano Vincenzo Cascone e Antonio Sortino dell’Associazione Culturale Pandora, ideatori e curatori del progetto: «la collocazione delle opere d’arte all’interno del tessuto urbano del centro storico vuole stimolare il dialogo e il confronto di tutti i residenti, senza alcuna distinzione di sorta, per favorire una rinascita di questo importante quartiere della città».