Storie d’arte in terra iblea tra il ‘700 e l’800


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“Storie d’arte in terra iblea tra ‘700 e ‘800”: questo il tema di un incontro che valorizza ancora di più la mostra “Mater Dolorosa – L’iconografia dell’Addolorata nell’arte iblea”, in corso nei locali del Museo della Cattedrale di Ragusa. Si tratta di un momento di dibattito attorno alle pagine più inedite della storia dell’arte iblea tra Settecento e Ottocento. Partendo dagli artisti le cui opere sono esposte nella mostra – Simone Ventura, i fratelli Vaccaro, Gaetano Distefano – ci si soffermerà sulle dinamiche storico-artistiche che hanno interessato il nostro territorio riscoprendo (e in taluni casi scoprendo) alcuni dei capolavori che le nostre chiese ospitano. La conferenza, in programma giovedì 28 marzo alle 18, è a cura dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Ragusa diretto da padre Giuseppe Antoci.

I lavori saranno aperti da Fabrizio Occhipinti (presidente dell’associazione culturale San Giovanni Battista di Ragusa). Seguiranno le relazioni dei professori Giuseppe Cultrera (“Simone Ventura. Un pittore ibleo del ‘700”) e Giorgio Flaccavento (“Il XIX secolo e la pittura iblea: artisti, mode e maniere”).

La mostra sull’Addolorata, curata da Stefano Vaccaro e Alessandra Rovetto, si potrà visitare sino al 21 aprile, dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 e la domenica dalle 10 alle 13.

Sono esposte dodici opere (undici tele e una statua) provenienti da Comiso, Giarratana, Chiaramonte Gulfi, Monterosso Almo e Ragusa. Tra le opere presentate anche la tela raffigurante l’Addolorata, realizzata dai fratelli Vaccaro nel 1862, restaurata nel 2004 dalla Soprintendenza con fondi regionali e mai più mostrata in pubblico.