Pizzarotti a Ragusa: “I 5 stelle? Non mi ha scritto più nessuno dopo l’addio”

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Foto d'archivio

Ragusa-Parma, così vicine così lontane. Che il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, arrivasse prima o poi a Ragusa pare fosse destino. Ma in pochi avrebbero potuto prevedere il come ed il quando. Dal ping pong mediatico tra i due sindaci del Movimento cinque stelle, tra i due “Federico” dalla faccia pulita e lo spirito rivoluzionario, è passato un secolo, politicamente.

Il fragoroso divorzio del primo Federico -quello emiliano- dal partito di Grillo, sembrava aver allontanato in maniera siderale i due Comuni, eppure, il nome di Pizzarotti è echeggiato spesso tra i vicoli della politica locale, citato come riferimento di rivalsa al metodo pentastellato da parte dei tanti defenestrati, dagli espulsi, dalle forze politiche che con il Cinque stelle locale avrebbero voluto andare a braccetto, ma poi si sono tirate indietro. E, se Pizzarotti sembrava non essere interessato a cosa accadesse in Sicilia, a raggiungerlo fu Manuela Nicita, ex consigliera grillina poi passata con la Lega ed infine candidata a sostegno di Maurizio Tumino. Con intraprendenza la Nicita si recò a Parma e fece anche una diretta sui social che tuttavia non le portò alcun vantaggio politico se non l’orgoglio di mostrarsi a fianco di uno dei volti simbolo della ribellione interna al MoVimento.

Pizzarotti alla fine è arrivato a Ragusa, tramite un suo ex collaboratore adesso portavoce dell’attuale sindaco Peppe Cassì, per una visita di alcuni giorni priva di strascichi prettamente politici bensì per un confronto incentrato sulle buone prassi amministrative e sulle politiche di rilancio dei beni culturali. Nel corso del confronto formale tra i due primi cittadini l’argomento cultura è stato tra i principali, con Cassì particolarmente interessato al fruttuoso iter che ha portato Parma a Capitale della Cultura 2020. Ed ancora, si è parlato di rigenerazione urbana, di attrattività dei fondi europei, dei progetti sociali utili a ravvivare l’orgoglio di una collettività e rinsaldare la fiducia nelle istituzioni per un percorso comune di crescita.

L’argomento Cinque stelle è stato trattato solo su precise sollecitazioni: “Ti aspettavamo nel 2013, poi l’epilogo è stato diverso. Con Piccitto vi sentite ancora?”. “Da quando sono uscito dal M5s –  ha risposto Pizzarotti – si sono dimostrati in generale molto organizzati. Non mi ha più scritto nessuno, ma neanche per sbaglio, nemmeno per augurarmi buon anno. Non c’è più stato alcun rapporto con nessuno, non si sa mai che scoprendosi in una foto con me li caccino tutti via, per quelli che sono ancora in esercizio. Non è mai un tema mio che personalmente non ce l’ho con nessuno. Solo gli espulsi ogni tanto vengono a dirmi che avevo ragione ed io rispondo che sarebbe bastato essere d’accordo con me quando ho sollevato per primo il problema, magari le cose sarebbero andare in maniera diversa”. 

Pizzarotti come simbolo, a più livelli, di opposizione critica ad una delle due forze di governo. “Sono sempre felice di rappresentare un modello positivo, anche perché quello che abbiamo fatto a Parma in questi sette anni è certificato dai dati e dalle classifiche nazionali degli enti virtuosi. Siamo sempre nei primi posti”. In attesa del 2020, quando Parma rappresenterà la capitale della Cultura, Pizzarotti sta lavorando alla candidatura all’European green capital 2022. “Non ci fermiamo. Vuol dire avere sempre un orizzonte davanti più ampio e poterlo condividere”. 

Il movimento dei sindaci come nuovo orizzonte politico per sgomberare il campo al populismo? “Magari. Bastassimo noi sindaci sarebbe meraviglioso. Stiamo facendo questo percorso, abbiamo creato un soggetto che si sta confrontando con tutte le occasioni elettive che si sono via via susseguite. Stiamo imparando molto e l’esperienza delle europee è stata molto utile, perché alla fine se uno si confronta solo con la politica locale comunale perde un pò di vista la complessità di una nazione e di un continente. Stiamo crescendo e lavorando sulle relazioni per definire meglio anche la nostra identità. È tutta in salita, ma abbiamo chiaro che non è la politica che c’è oggi al governo quella che ci ispira e vogliamo sicuramente essere dall’altra parte, per essere protagonisti di una politica che parli di rilancio, di competenze, di territorialità, che parli di cose concrete non di litigi. Ma soprattutto che voglia affrontare i problemi realmente e non a parole. Voglio vedere come finirà con la Finanziaria, per esempio. Oggi si scherza sulle tematiche delle sanzioni europee, cosa che non è assolutamente da prendere come uno scherzo, se fossi in loro. Come non è mai da prendere come uno scherzo quando hai a che fare con problematiche economiche nel tuo Comune”.