Rifiuti? Ragusa tra le più tartassate d’Italia

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“Finalmente Ragusa conquista un posto in una top ten con altri capoluoghi di provincia. Peccato che questa volta si tratta della classifica delle città con i costi più alti per la tassa sui rifiuti (TARI) e, sebbene ultima, Ragusa entra a pieno titolo tra le prime dieci con un costo di 430,50 euro per una famiglia di quattro persone in una casa da 80 mq. Un pressione fiscale enorme se si considera che la media nazionale è di appena 300 euro”. Lo denuncia Peppe Calabrese, segretario cittadino del Partito Democratico, che aggiunge: “Avevamo già detto la nostra a proposito di tasse comunali quando, la settimana scorsa, abbiamo fatto il punto di un anno di Amministrazione Cassì e non ci siamo sbagliati. L’assessore Iacono, non solo ha costretto il suo sindaco a chiedere scusa sul non essere stato in grado di pulire la città dalle erbacce e dare un minimo di decoro, ma aveva anche relazionato sul bilancio di previsione illudendo i ragusani, nel miglior stile delle destre populiste, che le tasse a Ragusa finalmente erano calate e precisamente la TARI e perfino la TOSAP. Su quest’ultima, poi, abbiamo rilevato come sia impossibile diminuire una tassa che non è istituita, infatti l’anno scorso costava “zero”, mentre quest’anno è stata reintrodotta. Assurdo”.

“Il quotidiano Repubblica, che ha pubblicato la classifica domenica – continua Calablese – ci fa sorgere spontanea una domanda: se è vero che abbiamo raggiunto il 70% di raccolta differenziata, come mai non riduciamo la TARI ai livelli di città virtuose come Potenza che, nell’ultimo anno, ha ridotto la tassa del 45,2 %? Delle due l’una: o è falso il dato della differenziata oppure i conti non tornano sui costi a carico dei ragusani. Il PD – conclude il segretario dem – sta lavorando sui dati della TARI e subito dopo l’estate promuoverà un’iniziativa per informare la città sui reali numeri”.

La replica del sindaco Cassì:

“Sebbene abbiamo già illustrato i meccanismi della Tari in Consiglio Comunale, ci troviamo a dover oggi nuovamente tornare sull’argomento per evitare il diffondersi di false informazioni da parte di chi, fuori dal Consiglio, evidentemente non sa.

Mettere sullo stesso piano la crescita della percentuale di raccolta differenziata e la tariffa in bolletta è oggi fuorviante per un motivo molto semplice: gli introiti ricavati dai materiali riciclati si conosceranno solo a conclusione di un anno di servizio; e la legge non permette ovviamente di prevedere alcuna riduzione sulla base di entrate non ancora note.

Nonostante ciò la nostra Amministrazione ha, per la prima volta per questo Comune, ridotto del 5% la tariffazione, segnando quindi un’inversione di tendenza e annunciando che dall’anno prossimo questa riduzione sarà sicuramente aumentata.

Altra cosa che il Pd non dice è la presenza dell’addizionale del Libero Consorzio, ovvero dell’ex Provincia, quest’anno cresciuta del doppio e  inserita all’interno della bolletta comunale, ma non certo dipendente dalla volontà di questa Amministrazione.

Da chi non ha mai amministrato certi svarioni potrebbero perfino essere comprensibili, ma diventano inaccettabili se poi si pretende di spacciarli per verità”.

 La replica dell’assessore Iacono:

“Sugli attuali costi della gestione dei rifiuti, ci aspetteremmo però almeno un po’ di memoria storica, visto che il loro aumento esponenziale, e i ragusani invece lo ricorderanno bene, si è avuto sotto l’Amministrazione  Dipasquale: in piena campagna elettorale aveva promesso il 28% di raccolta differenziata entro settembre 2011 per giustificare aumenti di un milione e mezzo per maggiore personale; costi che ancora paghiamo nella bolletta Tari seppure non conseguì mai alcuna crescita della differenziata.

I ragusani ricorderanno infatti i casi in cui i contenitori dei rifiuti differenziati venivano sversati insieme,  oppure il patrimonio speso per l’impianto di compostaggio inaugurato e mai attivo, visto che è stato messo in funzione solo con l’amministrazione Cassì, dopo 10 anni. Tutte spese che pesano ancora nell’attuale tariffa. Un elenco così lungo di ignoranze e lacune, e la persona che le dice,  potrebbero far pensare solo alla malafede”.