Arcigay risponde a Fratelli d’Italia: “Pride momento d’unione. A Ragusa si farà”

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Sulle stucchevoli affermazioni di Fratelli d’Italia in merito alla possibilità di realizzare un Pride a Ragusa, Arcigay ha preso posizione. Ecco la nota:

Dopo aver appreso dalla stampa il tenore negativo delle dichiarazioni e l’attacco a sfondo omofobo ad Arcigay Ragusa, al vicino comitato di Arcigay Catania e al sindaco di Ragusa Giuseppe Cassì, da parte del circolo cittadino di Fratelli d’Italia, con riferimento alle affermazioni di qualche giorno fa, relativamente all’organizzazione del primo Ragusa Pride 2020, Arcigay Ragusa esprime solidarietà al primo cittadino di Ragusa che si è mostrato vicino e politicamente sensibile nel capire l’importanza di un pride a Ragusa.

“Parole forti sono state pronunciate da FdI – dichiara il presidente di Arcigay Ragusa Cristian Calvario – nel momento in cui il gay pride è stato ritenuto una carnevalata provocatoria e autoreferenziale, per di più fortemente politicizzata, che nella sua ideologia iconoclasta avrebbe l’unico scopo di celebrare la trasgressione fine a se stessa. Sono affermazioni diffamatorie e poco veritiere, il pride non è un’autocelebrazione, non ha colori politici, ma è un’importante opportunità per rivendicare i propri diritti. Il pride è motivo di orgoglio per la città di Ragusa, momento di gioia e unione, che non è più rivolto solo alla comunità Lgbtqi ma anche a tutti i cittadini sensibili ai diritti umani. Per quanto riguarda le ottuse insinuazioni in merito al “Baby pride” tenutosi a Catania, come già affermato dal locale comitato Catania Pride 2019, si è trattato di un momento gioioso di racconto di fiabe ai bambini accompagnati dai rispettivi genitori e senza alcun accenno a teorie gender esistenti solo nelle patologiche fobie di chi ha rivolto le ben note critiche. Fatto sta che bimbi e genitori hanno passato in allegria e gentilezza del tempo insieme. Concludendo, Arcigay Ragusa conferma l’impegno a costruire sul territorio una rete che porterà la città di Ragusa non solo ad organizzare nel 2020 il primo pride, ma che già sin da settembre 2019 inizierà ad elaborare delle iniziative culturali e sociali, sia interloquendo con le istituzioni che agendo nelle piazze, tra la gente, affinché possa costruirsi una comunità più giusta, dove potere abbattere il muro dei pregiudizi e delle discriminazioni”.

La nota del consigliere comunale Mario D’Asta:

“Ecco, si verifica quello che andiamo dicendo da tempi non sospetti. Questa Giunta non ha una matrice politica ben definita. E sui grandi temi sbanda. L’ecumenismo non paga. Da un lato il sindaco fornisce assicurazioni agli amici dell’Arcigay sul fatto che a Ragusa potrà essere organizzato nel 2020 il primo Ragusa Pride, dall’altro il principale alleato del primo cittadino, Fratelli D’Italia, nonché primo sostenitore politico di Cassì, frena ed esprime il proprio netto dissenso su tale ipotesi e lo smentisce. E Cassì, adesso, che farà? Ribadirà il proprio impegno, si accoderà alle richieste dell’alleato oppure farà finta di niente?”

E’ il consigliere comunale del Pd, Mario D’Asta, a metterlo in rilievo sottolineando che la questione politica di fondo è molto seria e che non può passare sotto silenzio. “Il sindaco afferma sempre che per lui la politica ha una importanza relativa e che va avanti al servizio della città – continua D’Asta – e però, come in questo caso, non si può gettare il sasso nello stagno e poi ritirare la mano. Ecco perché chiediamo a Cassì di riconfermare il proprio impegno nei confronti dell’Arcigay sul Ragusa Pride, anche a dispetto della presa di posizione di FdI. Stiamo parlando di questioni di principio sul piano politico molto importanti con cui occorre confrontarsi. Auspico che si possa uscire fuori di metafora e che il sindaco si pronunci a chiare lettere su ciò che intende fare. Anche perché occorre comprendere se le ricadute dell’incontro dei giorni scorsi tra il primo cittadino e l’Arcigay continuano ad avere un senso oppure hanno perso d’efficacia. Oltre al Gay Pride, su cui Fratelli di Italia si esprime con considerazioni assolutamente non condivisibili, mi corre l’obbligo di impegnarmi affinché ci sia una città più giusta ed inclusiva che lavori per eliminare pregiudizi e discriminazioni”.