Studenti non vedenti senza servizi extrascolastici. La denuncia dell’Unione ciechi

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“Gli studenti non vedenti assistiti e le rispettive famiglie registrano, con l’avvio del corrente anno scolastico, l’ennesimo amaro epilogo che da un biennio a questa parte si è dovuto riscontrare ed accertare nell’erogazione dei servizi scolastici a favore degli studenti disabili visivi di questa provincia”.

E’ la denuncia che arriva dall’Uici di Ragusa contenuta in una nota trasmessa al commissario straordinario del Libero consorzio comunale, Salvatore Piazza, in cui si fa riferimento a quando, dal mese di gennaio 2018, furono abrogati consapevolmente i servizi extrascolastici per gli studenti disabili visivi frequentanti la scuola dell’obbligo, demandandoli pilatescamente ai Comuni. “Ben sapendo – scrive nella nota il presidente Uici Ragusa, Salvatore Albani – che questi non sarebbero mai subentrati per tanti ed ovvi motivi alle competenze assicurate per oltre un ventennio dalla Provincia regionale prima e dal Libero consorzio comunale poi. I fatti ci hanno dato e ci danno ampiamente ragione perché nessun Comune della provincia a vario titolo ha attivato servizi scolastici e/o extrascolastici in favore di studenti disabili visivi frequentanti la scuola dell’obbligo”.

E Albani aggiunge: “Il Libero consorzio comunale potrà obiettare che da quest’anno scolastico è stato attivato il sistema Asacom assicurato da operatori qualificati che affiancheranno gli insegnanti curriculari, gli insegnanti di sostegno, gli assistenti igienico personali e chi più ne ha più ne metta, addirittura aumentando il monte ore settimanale pro capite assicurato negli anni scolastici precedenti. Ma sorgono alcune domande spontanee e alle stesse serve dare risposta: è stato tenuto conto delle esigenze specifiche, peculiari e didattiche degli utenti e delle rispettive famiglie a cui si forniscono i servizi scolastici? E’ a conoscenza il Libero consorzio che i nostri studenti assistiti nella loro totalità non hanno un Pei individualizzato e diversificato, bensì attuano il piano di studi dei loro compagni di classe normodotati e quindi necessitano di figure altamente specializzate nella loro formazione scolastica quali ad esempio operatori tiflologi? Il tiflologo non è l’operatore che conosce solo il Braille, ma anche il Braille (sistema di letto-scrittura, non un sistema di comunicazione come il Lis); e quindi la sua figura si innesta pienamente nello sviluppo psicologico e relazionale, nei processi di apprendimento e nella dimensione psicomotoria e cognitiva degli studenti disabili visivi; è l’operatore che, insieme alla scuola e alla famiglia, interviene sui diversi processi di sviluppo, indicando gli itinerari, le strategie, le possibili soluzioni dei problemi di chi è disabile visivo (cieco o ipovedente). La mancanza di conoscenze specifiche da parte di operatori, educatori e insegnanti aggrava l’handicap, lo amplifica ed oscura le reali potenzialità dello studente disabile visivo assistito. E, ancora, un’altra domanda: i nostri studenti hanno sempre avuto operatori e docenti qualificati nel campo della tiflologia, della tiflopedagogia e della tifloinformatica in possesso di titoli accademici e professionali pretesi dal Libero consorzio e prontamente ed opportunamente esibiti; dal corrente anno scolastico, tout court, questi operatori, molti dei quali in possesso di laurea specialistica, di master formativi specifici, di conclamata esperienza di docenza nel settore, non possono più essere impiegati in maniera paradossale nei servizi scolastici erogati se non sono in possesso del titolo professionale Asacom, nonostante gli stessi siano in possesso di titoli di studio e professionali ben superiori a valenza di legge. Ecco perché resta grave il rammarico e ferma la convinzione dell’Uici Ragusa che alla chiarezza delle leggi regionali vigenti in materia di servizi scolastici ed extrascolastici diretti a studenti disabili sensoriali, abbia ancora una volta prevalso una pilatesca comoda interpretazione, non certamente ragionieristica (i servizi richiesti non hanno mai comportato spese aggiuntive), né certamente a favore delle aspettative degli studenti disabili visivi assistiti e delle loro famiglie, da parte dei funzionari preposti alla gestione finanziaria ed alla competenza istituzionale dei servizi scolastici di che trattasi, in mancanza di serie linee guida applicative nel settore, di cui ancora si aspetta l’emanazione. Rimane da certificare, infine, quale triste ed amara realtà dei fatti, la fine di una efficace politica sociale nell’erogazione di un servizio pubblico reso ininterrottamente ai nostri ragazzi minorati della vista ed alle loro famiglie dal lontano 1996”.