Modica, celebrata la messa per la città a Frigintini

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«Beate quelle famiglie che hanno i nonni vicini. Il nonno è padre due volte e la nonna è madre due volte». Le parole di Papa Francesco hanno ‘accompagnato’ la messa per la città tenutasi, ieri pomeriggio, a Frigintini. È stato don Sergio Boccadifuoco, parroco della chiesa Sacra Famiglia, a presiedere la messa che si celebra ogni mese in luogo diverso e con una intenzione specifica. A concelebrare con lui anche don Vittorio e don Carlo della comunità missionaria intercongregazionale. Questa volta la preghiera è stata dedicata alle persone anziane. Nel salone del centro polivalente, con la presenza di tanti anziani, ma anche di giovani e bambini, la messa e poi l’adorazione eucaristica. «In Gesù possiamo rinnovare la nostra amicizia», ha detto don Sergio all’inizio della celebrazione. Nell’omelia, ha proposto una riflessione sulla bellezza dell’abbraccio tra giovani e anziani, partendo dal brano evangelico di Luca sull’albero e i germogli, che annunciano l’estate. «I nostri nonni – ha detto il sacerdote – hanno imparato a guardare l’albero, a saperlo riconoscerlo. Questo manca ai ragazzi, e dobbiamo riuscire a trasmettere loro questa capacità di guardare la natura, di riconoscerla. Chi può aiutare i ragazzi a capire le cose della natura? Chi ha fatto questa esperienza, gli anziani: se manca il contatto tra generazioni questo passaggio non avviene». Ha ricordato poi la propria storia, gli insegnamenti ricevuti dal nonno pescatore: «Mi alzavo presto per andare a pescare con lui, mi ha insegnato a conoscere il vento e mi ha trasmesso tutte le conoscenze del suo lavoro. Questa trasmissione, questi insegnamenti, io li ricordo ancora oggi, li sento vivi in me». Ha anche ricordato le attività dell’oratorio e del Grest, con le nonne che hanno insegnato ai nipoti a preparare i biscotti: «Era bellissimo vedere la nonna circondata dai bambini. Creando contatti l’esperienza si trasmette, così come la vita si trasmette nell’albero: dalle radici, ai rami, fino ai i frutti. L’albero racconta la nostra vita, la nostra storia non può essere senza radici». L’anziano, ha ricordato don Sergio richiamando il messaggio di Papa Francesco, deve sentirsi «parte viva della sua comunità. Alcuni anziani dicono: non posso uscire, non posso camminare, quindi sono inutile. No, tutti sono parte della comunità, nessuno è inutile. Ai bambini, ai ragazzi, gli anziani insegnano il valore del tempo, la pazienza. Inoltre, trasmettono alle giovani generazioni il senso della fede e della vita; il valore della fiducia, l’incoraggiamento, perché i giovani non si sconfortino». E allora ciò che serve è «l’abbraccio di queste generazioni che sembrano così lontane, ma che possono diventare vicine: dipende da noi». L’impegno per ciascuno è quello di coltivare i «germogli, inizi di una vita nuova. Piccole azioni che possiamo fare tutti perché avvenga questo abbraccio, dando un segno al mondo di oggi». E ha concluso: «Noi siamo qui, oggi, perché crediamo in questi germogli, crediamo nel significato dei piccoli gesti, li vogliamo ostinatamente porre perché gli altri, accorgendosene, possano dire: davvero il Regno di Dio è qua. Nei piccoli gesti Dio c’è, è vivo». Dopo la messa, l’adorazione eucaristica con le preghiere dei rappresentanti del cantiere educativo e di altre realtà. Molto bella quella delle nipoti della signora Giuseppa Cascino, per tutti la signora Pippa, appassionata animatrice Caritas, molto attiva nella parrocchia di Frigintini, scomparsa a luglio: «Sei stata un pilastro portante: sei casa. Sei accoglienza, sei umiltà, sei conforto, sei ottimismo… Sei stata le due ‘e’, quella con l’accento, per essere, e quella senza, per unire». E ancora la preghiera di chi coltiva la terra, imparando a seguire i ritmi della natura con fiducia e operosità, aprendo sempre le braccia a tutti, perché «i frutti della terra sono per tutti, buoni e cattivi, ricchi e poveri». E un pensiero per la ‘madre terra’, perché non sia mai «inquinata e corrotta». Dopo la benedizione, la consegna a tutti i presenti di un cuore di cartoncino, con una frase, preparato dai ragazzi della parrocchia e del cantiere educativo.