“A Dachau si entrava dal portone e si usciva dal comignolo”

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Nel gennaio del 2004, la giornalista Rossella Schembri intervistò l’avvocato vittoriese Salvatore Lucchesi, deportato a Dachau il 28 aprile 1944, dopo essere stato catturato e torturato dai tedeschi a Udine. Fu l’unico sopravvissuto degli 86 italiani catturati a Udine e deportati nel campo di concentramento tedesco. Lucchesi rimase a Dachau un anno, fino alla liberazione da parte degli americani avvenuta il 28 maggio 1945.

A Tele Nova, Salvatore Lucchesi raccontò per la prima volta l’agghiacciante esperienza vissuta durante la prigionia, la crudeltà dei nazisti, gli atroci esperimenti “medico-scientifici” fatti su cavie umane condotti dal dottor Klaus Schilling, i forni crematori, la puzza, la fame, di casi di cannibalismo e dell’incredibile istinto di sopravvivenza che lo ha portato a sopravvivere a tanto orrore.

Riproponiamo oggi questa intervista, per non dimenticare!