Emergenza Coronavirus, l’economia iblea rischia il default

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Immagine tratta dal web

“Dal settore alberghiero a quello extra alberghiero, dalle agenzie di viaggio a tutto il comparto legato all’agricoltura, l’economia della provincia di Ragusa, così come il resto di quella siciliana, rischia la paralisi ed il collasso. Mai come in questo momento siamo fortemente in difficoltà, rasentando, in prospettiva, il default”. A dirlo è il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, con riferimento all’emergenza coronavirus, dopo avere preso atto di quasi l’80 per cento di disdette delle prenotazioni alberghiere nonché del fatto che quasi il 50% delle agenzie di viaggio iblee sembra essere in grande difficoltà per la sospensione di tutti i viaggi d’istruzione e le uscite didattiche di ogni ordine e grado per non parlare di centinaia di aziende iblee dell’agroalimentare a rischio paralisi. “Insomma – aggiunge Manenti – uno scenario catastrofico, alimentato anche dalle ultime dichiarazioni di alcuni rappresentanti istituzionali che, in seconda battuta, hanno rivisto il tenore di determinate affermazioni quando, però, il danno, nella maggior parte dei casi, sembrava fatto. Ecco perché, come Confcommercio provinciale Ragusa, chiediamo che il Libero consorzio provinciale si faccia promotore di una convocazione degli stati generali dell’economia iblea per fare il punto della situazione su quanto sta accadendo e per avviare la ricerca delle opportune contromisure. “Riteniamo – conclude Manenti – sia necessario un incontro urgente nel quale, oltre a chiedere strumenti e azioni volti al sostegno degli imprenditori della nostra provincia, si valuti pure la possibilità di inoltrare alla Regione lo stato di calamità turistica”. E il presidente di Federalberghi Ragusa, Rosario Dibennardo, aggiunge, a proposito del comparto turistico: “Il problema più serio riguarda il danno attuale arrecato alle imprese del settore, che si traduce in una netta perdita di fatturato. Ecco perché chiediamo un forte intervento a sostegno dell’occupazione ed una congrua riduzione sui tributi locali e nazionali, non solo nella zona rossa, e la sospensione dei mutui. Nello stesso tempo dobbiamo immediatamente trasmettere sensazioni positive relative alla nostra terra. Spiegare, insomma, che la provincia di Ragusa, la Sicilia e il resto dell’Italia non sono a rischio come vogliono fare capire in tutto il mondo”.