Referendum e Covid, gli scrutatori hanno paura, ma i protocolli ci sono

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Cresce la paura dei contagi nei seggi che ospiteranno le prossime elezioni del 20 e 21 settembre, le prime votazioni dall’inizio dell’emergenza coronavirus. A lanciare l’allarme sulle rinunce che stanno arrivando in queste ore a Comuni e Prefetture sono diversi territori da Nord a Sud.

Un rischio per la democrazia, contro il quale non sembra esser bastato il decreto che il governo ha approvato ad agosto definendo le regole per chi si recherà ai seggi e la possibilità del voto a domicilio: sono infatti meno di un migliaio le domande arrivate per esercitare il diritto di voto da casa.

Da tempo sono state disposte nelle strutture che in generale ospiteranno il voto già tutte le misure con le relative precauzioni sulla sicurezza sanitaria. Il protocollo prevede accessi contingentati agli edifici dei seggi, percorsi distinti di entrata e di uscita, distanziamento tra i componenti del seggio e tra questi e gli elettori. Per accedere ai seggi elettorali sarà obbligatorio l’uso della mascherina da parte di chiunque. La misura del distanziamento tra i componenti del seggio e tra questi e gli elettori sarà particolarmente rigida nel momento in cui bisognerà rimuovere la mascherina per il riconoscimento.