Aggiungi un posto a tavola. No, a Natale non puoi! E rischia anche la messa…

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Il dibattito è ormai tutto incentrato sul Natale: sì, no, quanti a tavola, la messa. Sui regali non pare esserci dubbio, un mezzo liberi tutti per lo shopping non si tocca, sennò l’economia cola a picco.

Spostarsi? Tra zone gialle sì, tra giallo e rosso no, tra arancione e giallo, vediamo…

Un dibattito che a tratti appare surreale e che tiene col dito puntato sulle pagine web delle compagnie aree milioni di italiani che cercano di capire se potranno spostarsi per festeggiare il Natale in famiglia, in un’altra regione oppure no.

Il governo lavora, parla (e tanto), e le notizie impazzano.

È previsto per oggi un incontro sul numero delle persone che potranno riunirsi a tavola per la cena e il pranzo di Natale.

Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nella trasmissione Di Martedì. I posti a tavola, ha osservato, vanno “limitati agli affetti più stretti. Nelle prossime ore ragioneremo su questo”.

In ogni caso sottolinea che andrà evitato ogni spostamento non necessario fra Regioni. “In questo momento sono consentiti solo spostamenti da zona gialla a zona gialla. Vedremo l’evoluzione epidemiologica delle prossime settimane”, ha osservato . “Bisogna evitare gli spostamenti non strettamente necessari, ridurre il più possibile le relazioni con le altre persone se queste non sono indispensabili e restare a casa ogni volta che è possibile”.

Non c’è solo il dibattito sul cenone, ma anche sulla Messa di Natale. Se sarà possibile o no, il governo lo valuterà in base ai dati sull’andamento del coronavirus.

In merito, ha precisato il ministro, “non c’è stata una decisione” e la valutazione sarà fatta “sulla base dei dati epidemiologici dei prossimi giorni”.

Il prossimo Dpcm previsto all’inizio di dicembre dovrà basarsi sull’andamento dei dati epidemiologici: ha detto Speranza. “Valuteremo fino all’ultimo i dati. Ci sono ancora molti giorni da qui alla scadenza del Dpcm e vorremmo vedere bene quanto si riesce a piegare la curva con le misure adottate finora. Penso – ha proseguito il ministro – che interventi mirati dove la situazione è più difficile siano il metodo giusto”.

Guai però, ha avvertito Speranza, “a scambiare i primi segnali che vanno nella direzione giusta per uno scampato pericolo. La situazione è ancora molto seria e la pressione sui nostri servizi sanitari è ancora molto forte e quindi abbiamo bisogno ancora di grande rigore”.